Ero appena arrivato a Perugia, e un circolo letterario locale aveva invitato a parlare Attilio Bertolucci.
Ricordo un signore distinto, un po' curvo, un po' stanco (era la metà degli anni '90, quindi aveva già superato l'ottantina).
Si lessero alcune poesie, qualcuno parlò, lui disse qualcosa, poi si passò alle domande.
Una signora dalla pettinatura fantascientifica si alzò e gli chiese con aria ispirata come mai nelle sue poesie c'era sempre un certo tipo di fiori, glicini mi pare, quale profondo significato simbolico potessero avere. Bertolucci risposte qualcosa come che i glicini gli piacevano, o che ne aveva una pianta davanti a casa sua.
Poi la signora gli chiese perché per non scriveva poesie che proponessero grandi ideali, pensieri positivi, perché, declamò, "il poeta è quello che deve indicare la strada all'umanità".
Bertolucci, sorridente, garbato, se la cavò con qualche frase di circostanza.
Poi un ragazzo gli disse che a volte, scrivendo, si ha l'assoluta necessità (disse proprio così, "l'assoluta necessità"), di usare una certa parola, e allora se la parola non entrava nel verso lui come faceva? Bertolucci rispose, citando Flaubert, che per qualche misteriosa ragione la parola più appropriata è anche, sempre, quella più musicale.
Dopo l'incontro gli chiesi una dedica su una raccolta delle sue poesie. Lui, con una calligrafia minuta, firmò "Attilio B.", mi lanciò un'occhiata sorniona, mi salutò e andò via.
6 commenti:
è un bel ricordo, bertolucci è davvero uno splendido poeta, anche se poco conosciuto e, s'intuisce, anche una bella persona...
soprattutto il particolare dell'autografo "attilio b." mi ha colpito... lezioni di stile!
ps, non è che per caso hai conosciuto anche caproni?
No, purtroppo, anche perché quando è morto, nel '90, io avevo 15 anni e nemmeno sapevo chi era...
già dimentico sempre che non sei poi tanto più vecchio di me ;-P
però già bertolucci è una bella soddisfazione...
Beh, volendo, di grandi di quella generazione ancora vivi ce ne sono: Giudici, Zanzotto, Roversi, Erba, la Merini... E ci sono anche quelli un po' più giovani, tipo Cucchi, Magrelli, Milo De Angelis, la Lamarque...
Io una volta ho scambiato qualche e-mail con Maurizio Cucchi, al quale avevo mandato una poesia che lui pubblicò sulla rubrica che tiene sullo "Specchio" della Stampa.
La cosa poi non ebbe seguito, sostanzialmente per colpa mia.
il profumo del glicine si sente già nella foto, distrae dalle parole della signora, aumenta con il commento del ragazzo, diventa irresistibile con la firma di Attilio B. ..andrò a leggere Attilio B. ..non conoscevo Attilio B...
(ho conosciuto invece quella signora, adorava Paolo che così bene hai ritratto durante il festival di San Coso)
sì hai ragione, ma devo esser sincero, io dopo caproni, bertolucci e guerra non sono più riuscito a farmi entrare in cuore nessuno di quella nè della successiva generazione, fatta eccezione forse per la prima lamarque... (poi ovviamente ci sono i mostri, e cioè ungaretti, sereni e montale, per me in particolare l'ultimo, ma questi sono già più ovvi come riferimenti...) direi che tutto sommato i miei gusti di poeta sono piuttosto limitati...
peccato per cucchi...
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