lunedì 15 dicembre 2008

per brevità chiamata "sinistra"



Sono nato nel 1975, quindi la mia iniziazione politica, a quattordici-quindici anni, è coincisa con il periodo tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. La caduta del Muro, le rivoluzioni nell'Est Europa, la fucilazione dei Ceaucescu, e poi Mani Pulite, i socialisti insultati dalla folla, quelli dell'allora MSI che agitano i cappi in Parlamento, Occhetto, il PCI che diventa PDS (con tutto ciò che ne segue), la strage di Capaci.

Ricordo la sensazione che qualcosa (provvisoriamente chiamato “prima Repubblica” o “guerra fredda” o tout-court “storia”) stesse per finire e qualcosa di nuovo per cominciare.

Poi è andata come è andata. Discese in campo, e tutto il resto.

Ma quello che volevo dire è che sono l'ultima persona al mondo a poter credere nel marxismo o nel socialismo reale, del quale ho visto la fine ingloriosa. Però mi rimangono alcune convinzioni che in mancanza di un termine migliore si potrebbero definire “di sinistra”.

Nella fattispecie:

che gli uomini nascano liberi e uguali, senza differenze di razza, sesso, religione o nazionalità;

che nessuna forma di totalitarismo, di qualunque marca o colore, sia accettabile;

che lo Stato abbia il dovere di occuparsi in primo luogo dei più deboli e indifesi;

che la vita sociale debba essere cooperazione e solidarietà reciproca, non sopravvivenza del più forte;

che il definirsi “essere umano” sia più nobile e necessario che definirsi “italiano”, “pugliese”, “juventino”, “milanista”, “comunista”, “fascista”, “uomo”, “donna”, “eterosessuale”, “omosessuale”, “cattolico”, “ateo”, “musulmano” e via dicendo;

che il rifiuto della violenza e della sopraffazione, in ogni sua forma, sia il cardine di ogni possibile morale;

che ognuno abbia il diritto di vivere la propria vita privata come meglio crede, senza che nessuno si senta in dovere di insegnargli nulla, tranne il rispetto per gli altri, per chiunque altro;

che per la vita civile sia indispensabile un sano laicismo, che consiste non in un anticlericalismo datato, preconcetto, idiota, ma in una doverosa separazione delle sfere di competenza;

che essere onesti sia più importante che essere ricchi, belli, famosi, potenti, persino più importante che essere felici.

Ho detto convinzioni “di sinistra”, chissà perché. Se qualcuno vede a sinistra qualcosa del genere, per favore mi faccia un fischio.

1 commento:

Liberty Alex ha detto...

beh,forse parafrasando l'aria di gaber,dovremo dire che non c'è nulla di tutto questo al centro-sinistra......
però quegli ideali sono molto di più,vuol dire che qualcosa della sinistra ha fatto strada lo stesso:ma non è la polvere che resta quando abbatti il muro...è la calce che lo erige....