sabato 13 dicembre 2008

i 99 nomi di Allah - racconto sufi


Parafraso a memoria qualcosa che ho letto non so più dove. Sono sicuro però che la sostanza sia giusta.

Viveva un tempo un uomo molto sapiente e molto pio. Per tutta la vita aveva studiato il Corano e ora aveva raggiunto la perfetta conoscenza.
Quest'uomo aveva letto un detto del Profeta, secondo il quale chi avesse saputo pronunciare correttamente tutti i 99 nomi di Allah sarebbe stato in grado di compiere qualunque miracolo, anche quello di camminare sulle acque. L'uomo era sicuro di pronunciare tutti i 99 nomi correttamente, ma non era mai stato in grado di compiere un simile miracolo, e se ne struggeva.
Un giorno stava camminando lungo le rive di un lago, meditando su una Sura del Corano, quando udì provenire da un'isoletta al centro del lago la voce di un uomo che recitava i 99 nomi di Allah, storpiandoli orribilmente.
Allora il sapiente prese una barca, raggiunse l'isola e vi trovò un vecchio.
- Chi sei tu e che cosa fai qui? - chiese il sapiente.
- Da cinquant'anni mi sono ritirato in meditazione su quest'isola - rispose il vecchio. - Passo le giornate coltivando il mio orto e pregando.
- Tutto ciò è buono, ma debbo dirti che reciti i nomi di Allah in maniera sbagliata. Ti insegnerò io la maniera giusta.
E così, il sapiente insegnò al vecchio il giusto modo di pronunciarli. Poi risalì sulla barca, soddisfatto della buona azione compiuta. Ma, percorsi pochi metri, sentì la voce del vecchio che riprendeva a recitare i 99 nomi di Allah e di nuovo riprendeva a storpiarli.
- Con certe zucche dure non c'è proprio niente da fare - pensò il sapiente, e ricominciò a remare verso la riva
Arrivato a metà del percorso, si sentì battere su una spalla.
Voltatosi, vide il vecchio in piedi sulle acque, che gli chiedeva:
- Scusami tanto, fratello, ma credo di aver dimenticato la giusta pronuncia. Potresti ripetermela, per favore?

1 commento:

Liberty Alex ha detto...

ah ah,questo racconto è divertentissimo!!!....questo genere di storielle mi piace tantissimo....l'idea è quella:pensare di avere trovato il modo giusto,l'unico possibile,per fare una cosa....questo racconto mi fa venire in mente una cosa che lessi su un libro di tiziano terzani...si parlava di un detto indiano,l'onda piccola che ha paura di essere schiacciata dall'onda più grande,ma non si accorge che entrambe sono fatte di acqua,che fanno parte del mare...sono un tutt'uno,non esiste questa onda,o quella onda....un inno all'infinito che accoglie l'individualità,per rinnegare la separazione fra io pensante e ciò che è pensato,e sta al di fuori dell'io....