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mercoledì 21 novembre 2012

under der linden



Sotto quel tiglio
lì nei campi,
là per noi due c'era un letto,
e lì potete
ben vedere
spezzati i fiori e l'erba.
Presso il bosco, in una valle,
trallallallero,
dolce cantava l'usignolo.

Io me ne venni
fino al prato:
lì giunto era il mio amico.
Come fui accolta,
nobile dama,
mi fa felice sempre più.
Se mi baciò? Ma mille volte!
Trallallallero,
guardate se è rossa la mia bocca.

Egli aveva preparato
splendido
di fiori un giaciglio.
Ancora ne riderà
fra sé e sé
se passa qualcuno per quel sentiero.
Tra le rose potrà capire,
trallallallero,
dov'era posata la mia testa.

Che egli giacque insieme a me,
nessuno lo sappia!
Dio non voglia! Vergogna su di me!
E come mi ha amato
mai nessuno
lo scoprirà, tranne lui ed io,
e un piccolo uccellino,
trallallallero,
che certo mi sarà fedele.

Walter von der Vogelweide (1179-1230 circa)


lunedì 29 ottobre 2012

eros medioevale



"Ah, potrà ancora mai per me
splendere nella notte,
più bianco di un nevaio
il suo bel corpo?
I miei occhi ha ingannato:
credevo che fosse
la chiara luce della luna.
Ed era giorno".

"Ah, potrà egli mai con me
trascorrere il mattino?
E da noi allontanarsi la notte
senza ripetere il lamento:
'Ahimé, è giorno ormai!'
come egli fece tristemente
mentre giaceva con me, poco fa.
Ed era giorno".

"Ah, baci senza numero
mentre ancora dormivo.
E come più copiose
le scorrevano le lacrime.
Io rimasi a consolarla
finché non pianse più
e a sé mi strinse.
Ed era giorno".

"Ah, quante volte
si è perso a contemplarmi!
Quando mi scopriva
per guardare senza velo
le mie braccia nude.
E gran prodigio era
che mai se ne saziasse.
Ed era giorno".

Heinrich von Morungen (1150-1222 circa)