giovedì 9 aprile 2020

diario della quarantena

Non so se l'esperienza è condivisa anche da altri colleghi, ma per quanto mi riguarda, se già prima ero lento (vergognosamente lento) nel correggere i compiti, adesso con la DaDattica i miei tempi si sono raddoppiati o triplicati.
Termino ora il quarto pacco di compiti e domani comincio il quinto, consegnatomi ben 19 giorni fa e ancora intonso.

(Parlo di "pacco" e di "intonso" come se fossero i plichi di fogli protocollo, diligentemente piegati per il lungo, che mi portavo dietro nella borsa; ovviamente si tratta di file word e pdf in una cartella del mio computer).

Ah, a proposito: capita solo a me, o anche voi in questi giorni non riuscite a trovare la concentrazione per leggere? Sono inchiodato sugli stessi 3 libri da un mese, e per me si tratta di un record negativo, visto che di solito 3 libri mediamente me li spolpo in una decina o quindicina di giorni al massimo.

Per il resto tutto bene. Ho appena fatto una mezz'oretta di ginnastica in giardino. L'aria odora di primavera (brezza tiepida, pollini, foglie nuove). Cinque boccioli della magnolia si sono aperti e il sesto è in procinto.
Manca il brusio della gente, il frastuono lontano delle auto sulla superstrada.

Ripenso alle Pasque della mia infanzia: finestre aperte, il sole che entra nelle stanze, campane a festa. Il solito ragù e il solito vassoio di paste domenicali, arricchiti però dalle uova di cioccolato, da un antipasto, dallo spezzatino di agnello con uova e cardi.

Non conto più i giorni. Dev'essere giovedì santo. Domani non farò i Sepolcri, ma quelli non li faccio più da decenni.
I vicini parlano di torte di Pasqua con salsiccia e capocollo (che io detesto, ma tant'è). Ci si sente con i parenti, più o meno. Ogni tanto anche con gli amici. Qualcuno scrive, qualcuno non risponde.

Via, torno a correggere compiti.

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