...su Carte sensibili, dove esplorerò i nessi tra parola poetica e musica.
Nella prima puntata, parlo di Chico Buarque (e, incidentalmente, anche di Bob Dylan).
A volte il caso offre soccorsi inaspettati.
Mentre, di fronte allo schermo del mio computer, meditavo su come iniziare questo articolo, mi è arrivato a casa il numero di “Poesia” di marzo. L’ho aperto, ho scorso l’indice e ho trovato ben due articoli sul premio Nobel per la poesia assegnato a Bob Dylan
[...] Mi sono andato a leggere i due articoli, uno di Nicola Crocetti, l’altro di Alessandro Carrera. [...]
L’articolo di Carrera dice molte delle cose che avrei voluto dire io in questa prima puntata della mia rubrica. E quindi, cito:“C’è qualcuno che può negare che la canzone sia una delle forme d’arte cruciali del nostro tempo? E se mi si obietta che il novanta per cento delle canzoni è spazzatura, vi posso assicurare che lo è anche il novanta per cento della poesia (lo dico da giurato in un premio di poesia). E poi la canzone non è nata ieri. Il canto è il medium più antico della poesia. Chiedete a un grecista se la lirica greca veniva scritta per essere letta in religioso silenzio, e si metterà a ridere. […] La pagina come la intendiamo noi è un’invenzione del Rinascimento, coincide con la nascita della stampa a caratteri mobili. La poesia esisteva ben prima della pagina e continuerebbe ad esistere anche se non ci fossero più i libri.”
(...continua su Carte sensibili)
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