mercoledì 14 novembre 2012

la scuola non si tocca (ovvero: di privatizzazioni, del DDL ex-Aprea e di altre porcate sconosciute ai più)


Oggi, la scuola era in piazza. E sabato 24 ci sarà un altro sciopero.
Oggi è finita a manganellate, tanto per cambiare: ma almeno, speriamo, qualcuno si è accorto della protesta.
Non sono sicuro, invece che tutti ne abbiano capito le vere ragioni.
Ed è quello che cercherò di spiegare in questo post.

Tutti, più o meno, hanno sentito parlare del tentativo di innalzare l'orario di insegnamento da 18 a 24 ore, e delle proteste dei docenti (proteste che sono state fatte passare per un "non ci va di lavorare qualche ora in più": quando invece il problema è che 6 ore in più - senza considerare che sarebbero state imposte senza contrattazione sindacale e senza aumento di stipendio - avrebbero significato 2-3 classi in più per insegnante, quindi moltiplicazione esponenziale degli alunni da seguire, delle lezioni da preparare, dei compiti da correggere, dei consigli di classe, dei colloqui con i genitori, con conseguente scadimento della qualità dell'insegnamento, oltre ovviamente al fatto che sarebbero tutti posti in meno per i precari; nella mia scuola, ad esempio, se passasse la legge almeno 6 professori di lettere perderebbero il posto).

Tutti, più o meno, hanno seguito le vicende dei precari, del tirocinio (o TFA, tanto per coniare un'altra sigla inutile), del mega-concorsone, e le relative agitazioni di coloro che, avendo già passato (almeno) un altro concorso e accumulato anni di supplenze, si sentono un po' presi in giro di fronte a queste nuove batterie di selezioni imposte dall'alto.

Tutti, più o meno, sanno dei tagli alla scuola (quest'anno tanto per dire, i fondi destinati agli istituti saranno ridotti del 20%; e i docenti appena entrati in ruolo avranno lo stipendio fermo per 7, e dico sette, anni; e gli scatti d'anzianità - ossia l'unico modo per i docenti di salire in graduatoria e in stipendio - sono già bloccati da un bel pezzo).

Tutti, più o meno, sanno che le province hanno minacciato di far chiudere le scuole perché non hanno soldi per pagare i riscaldamenti (però ce li hanno per pagare personale nullafacente, ma lasciamo perdere).

Però mi piacerebbe sapere quanti, fra i lettori di questo blog, sanno che sta per passare una delle più grandi porcherie degli ultimi 50 anni.
Sapete che stanno cercando di azzerare la scuola pubblica, di privatizzarla, aziendalizzarla? Sapete che rischiamo di trovarci come in America, con le scuole di serie A (per i figli ricchi, destinati a un avvenire da ricchi e potenti) e quelle di serie B (per poveri, che rimarranno poveri)?
Si chiama DDL 953, ma avevano già tentato di farlo passare qualche anno fa, con il nome di "legge Aprea".
Riporto di seguito alcuni brani di un articolo che spiega di che cosa si tratta (qui il testo integrale):

Se passasse questo disegno di legge anche al Senato ciascuna scuola potrebbe decidere autonomamente il proprio statuto senza un Regolamento Nazionale. E questo va contro l’impostazione dei Padri Costituenti che hanno sempre voluto salvaguardare l’unitarietà del sistema scolastico nazionale, in quanto “organo costituzionale “ per dirla con Calamandrei. Per essere ancora più esplicito sarebbe un passaggio dall’autonomia all’anarchia. Anzi di più, sarebbe una atomizzazione del sistema che favorirebbe una concezione mercantile della scuola, ovvero tante scuole autonome in concorrenza tra loro, con il risultato di favorire quelle più appetibili per il mercato. Dunque scuole di serie A e scuole di serie B.
Ricordate l’abolizione del valore legale del titolo di studio? Ebbene va nella stessa direzione.
Ricordate la chiamata diretta dei presidi? Anch’essa sarebbe andata nella direzione dello smantellamento del sistema nazionale di istruzione [...].

La seconda contestazione è strettamente legata alla prima e riguarda l’avvio di un processo di privatizzazione attraverso la presenza di esterni sia nel nuovo Consiglio dell’autonomia, sia addirittura nello stesso Comitato di Valutazione. Tale scelta, se confermata, snaturerebbe i compiti istituzionali della Scuola della Costituzione. [...]

Noi vediamo come pericolosa l’introduzione di questa validazione del sistema di valutazione che dipenderebbe direttamente dall’Invalsi e dunque dall’Esecutivo. Un sistema di valutazione che, non a caso, è stato a ragione contestato e messo in discussione dai collegi docenti di tutta Italia.
In più vediamo nel trasferimento di poteri ai dirigenti scolastici una limitazione della normale dialettica democratica.
Per tutti queste considerazioni pensiamo che valga la pena di battersi affinchè i valori della vita democratica vadano comunque e sempre difesi e salvaguardati.
Per dirla con uno slogan vogliamo con questo Appello impedire che si passi dalla Scuola della Costituzione alla Scuola Aziendale.

Tutto ciò - che, ribadisco, è incostituzionale - sta passando con un DDL (questo, se avete voglia di leggervi il testo), senza che ne sia stata informata l'opinione pubblica, e senza alcuna contrattazione con i diretti interessati: vale a dire gli insegnanti e, soprattutto, gli alunni.

Qui non si tratta più delle ore di insegnamento dei docenti, né del futuro di qualche decina di migliaia di precari o di neo-laureati.
Qui si tratta di decidere se vogliamo mantenere un sistema educativo in cui la scuola è pubblica e uguale e libera per tutti, oppure no.
Lo dico in modo ancora più chiaro: si tratta del futuro del Paese.
Vi sembra poco?


P.S.: A titolo di esempio, e per far capire che non si tratta di parole, ma di fatti: nella mia scuola tutte le attività extracurriculari non obbligatorie (quindi: uscite didattiche, gite, viaggi vari, progetti di qualunque tipo, colloqui mattutini con i genitori) sono sospese fino a nuovo ordine. Anche quelle per cui le famiglie avevano già pagato, ad esempio le gite all'estero. Se volete saperne di più, guardate qui e qui.
Lo so, è dura: ma speriamo che così qualcuno se ne accorga. Per la prima volta, ho visto i docenti votare compatti (o quasi); ho visto colleghi di solito pacifici e acquiescienti sbroccare: non ci si può far mettere i piedi in testa troppo a lungo.
E speriamo, soprattutto, che non passi il solito messaggio: "i docenti protestano perché non vogliono lavorare".
Sennò, stavolta giuro che m'incazzo io.

6 commenti:

amanda ha detto...

siamo tutti troppo zitti, troppo piegati a 90°, troppo poco incazzati

Marco Bertoli ha detto...

Sergio, chiunque abbia un cervello vi sostiene con passione. Purtroppo un tratto tipico di quel mostro noto come l'italiano medio – di destra o di sinistra in questo non fa differenza, purtroppo – è il disprezzo verso la scuola e gli insegnanti.

Anonimo ha detto...

Siamo tutti con lei, ha ragione... GLI STUDENTI...

Alfonso ha detto...

la sospensione delle attività extra è solo un primo passo, ma poca cosa a parer mio: dopo lo sciopero del 24 si dovrebbero avviare astensioni dal lavoro ad oltranza, farsi precettare, tornare e poi scioperare ancora e così via: creare un disagio come quello che hanno messo in atto i camionisti, i tassisti. Ma ahimè, tranne poche eccezioni,noi siamo una massa troppo variegata e tendenzialmente votata a subire
cordialità
(precario a 54 anni)

gabriella ha detto...

allora ad incazzarci saremo in due, come ieri a scioperare. Ciao

sergio pasquandrea ha detto...

per chi vuol saperne di più sul ddl 953, qui c'è una buona sintesi:
https://pietrodn.wordpress.com/?s=ddl+aprea