lunedì 9 novembre 2015

recensioni: "Paura reverenza terrore"

Carlo Ginzburg, Paura reverenza terrore, Adelphi 2015 (311 pp., € 40)

Non mi è mai capitato di leggere un libro di Carlo Ginzburg che non fosse una festa per l'intelligenza. E questo non fa eccezione.
Ci sono tutte le migliori doti dell'autore: l'erudizione vasta e profonda, ma mai sterile; l'abilità di rendere appassionanti temi che potrebbero risultare astrusi; la capacità di creare agganci con il presente; la spregiudicatezza nel tessere relazioni fra territori culturali apparentemente incomunicabili.
I cinque saggi qui raccolti hanno come punti di partenza altrettante suggestioni visive: una coppa istoriata del Cinquecento, il frontespizio del Leviatano di Hobbes, il Marat di David, un celebre manifesto di propaganda della Grande Gerra, Guernica di Picasso. I punti di arrivo sono inaspettati: la conquista dell'America vista dagli Europei, il concetto biblico di timor Domini, il rapporto tra politica e religione, un modulo visivo di origine ellenistica, Georges Bataille (passando per la pittura neoclassica). Al di sotto, a fare da collante, c'è una riflessione sui temi della paura e della reverenza, e del loro rapporto con la memoria storica.
Ma tutto ciò è solo una pallida immagine di quanto contenuto in queste dense, stimolanti pagine. Da leggere assolutamente

(P.S.: urge però un caveat: il testo costa parecchio in relazione al contenuto, perché è stampato su una lussuosa carta lucida e pesante, con il testo in corpo 13 o 14 che copre sì e no due terzi della larghezza, e con un centinaio di pagine occupate interamente dall'apparato di note finali; prima o poi, magari, ne uscirà un'edizione più economica.)

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