Gianni Rodari, Novelle fatte a
macchina, Corriere della Sera, 2015 (230 pp., € 7,90) – ed.
originale Einaudi, 1973
Mi pare che da qualche parte (forse
nelle Lezioni americane, ma adesso non ho voglia di controllare)
Italo Calvino abbia detto che la dote migliore della fantasia è
l'esattezza. Gianni Rodari è l'autore della Grammatica della
fantasia, e non a caso.
Questo libro – come in realtà tutti
i suoi – è la dimostrazione pratica di quanto esposto in quel
libro: prendere un'ipotesi assurda e svilupparla con assoluta coerenza logica.
Per esempio: e se per salvare Venezia i veneziani diventassero pesci?
Se gli studenti potessero viaggiare nel tempo per smentire i propri
professori di storia? Se i gatti di Roma fossero in realtà esseri
umani annoiati di essere umani? Se per i monti della Tolfa si
aggirasse un cowboy armato di pianoforte a coda? Dove vanno a finire
le persone che vanno fuori di sé? Eccetera eccetera.
Poi, ovviamente, non basta l'ipotesi,
serve uno con la fantasia (e l'intelligenza) capace di svilupparla.
Ma per questo Gianni Rodari è una sicurezza.
Piccola nota personale: ho apprezzato
molto le tante – e per niente banali – citazioni di musica
classica sparpagliate per il libro. Non sapevo che Rodari fosse un
intenditore, e questo non fa che aumentare la mia stima per lui.
1 commento:
si impone una rilettura dopo tantissimi, troppi, anni :)
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