martedì 24 settembre 2013

don Milani è vivo e lotta insieme a noi



 di Mauro Piras


La mia impressione è che le bocciature non servano a niente; e inoltre, oggi, colpiscono quasi solo le stesse classi sociali, cioè le più svantaggiate culturalmente. Ciò non vuol dire sempre le più svantaggiate economicamente, ma il capitale che permette a una persona di realizzare una ascesa sociale, di migliorare le proprie condizioni non è solo economico, è anche culturale e sociale. [...] Quindi è cruciale chiedersi se una scuola che boccia, e boccia sistematicamente verso il basso della scala sociale, vada mantenuta. I dati mostrano che le bocciature sono uno dei fattori che favoriscono la dispersione scolastica. Inoltre, la maggior parte dei ragazzi bocciati non migliora la propria carriera scolastica per il fatto di essere stati bocciati. Tutto a questo a fronte di un maggiore investimento da parte della famiglie, di una perdita di tempo (di vita), di un maggiore uso di risorse da parte della scuola pubblica. E ovviamente di crisi di autostima, difficoltà psicologiche, crollo della motivazione ecc.

[...]

Non si possono abolire le bocciature mantenendo il sistema attuale. La scuola ha il compito di garantire la formazione degli studenti; e deve farlo in maniera giusta, come è ovvio. Quindi è indispensabile un sistema di valutazione, che funzioni da un lato da incentivo, premiando chi fa bene e sanzionando chi fa male, dall’altro come giusta retribuzione. Non si può certo sperare che gli studenti studino solo perché ne hanno voglia, per quanta energia si possa mettere per entusiasmarli. Se si abolissero le bocciature senza modificare la struttura attuale della didattica, si avrebbe questo effetto: gli studenti che non fanno niente, o che comunque non riescono ad apprendere, per qualsiasi ragione, arriverebbero al diploma come tutti gli altri. Questo sarebbe profondamente ingiusto nei confronti di chi invece studia e impara; inoltre, un fallimento anche per quegli stessi studenti, a cui si darebbe un pezzo di carta senza avergli realmente insegnato qualcosa; infine, il lavoro degli insegnanti, in queste condizioni, sarebbe impossibile.

Insomma, comunque la si prenda, va male: se si boccia, si commettono ingiustizie e non si garantisce il successo formativo; se non si boccia, idem. È evidente che bisogna cambiare qualcosa nella struttura della scuola stessa, perché si possano abolire le bocciature.

Bisogna abolire il gruppo classe e modificare del tutto la natura del diploma che si rilascia alla fine...

(continua a leggere su "Le parole e le cose")

4 commenti:

amanda ha detto...

Naturalmente Martina avrà apprezzato molto la lettura di Don Milani

sergej ha detto...

ne stiamo discutendo in classe.
fra l'altro, lì ci sono 4 che abbiamo bocciato l'anno scorso + altri 3-4 ripetenti di altri anni, quindi l'argomento è scottante.

amanda ha detto...

allora che ti propongano come dovrebbe essere una scuola per essere interessante per loro, mazzalo ma siete severi da quelle parti quanti bocciati avete? O hanno rifilato a te tutti quelli dell'intero Istituto?

sergio pasquandrea ha detto...

no, è una classe particolare (anzi, due classi, quella attuale e quella da cui provengono i bocciati).

comunque, l'idea è proprio quella di farli riflettere sul perché di certe situazioni e far elaborare proposte.
l'idea: poi, riuscirci è un altro conto.