venerdì 2 agosto 2013

non mi voglio rassegnare



BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.20

il cielo è un forno di pane pronto per la cottura
scappare sul mare di questa pianura e poi
approdare a isole azzurre felici ma tu

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.21

dicevi dicevi tu dicevi che hai bisogno di riflettere
se in questi giorni le parole hanno un senso
anche fra noi

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.22

d’accordo, non si può buttare via niente
d’altra parte non è possibile conservare tutto negli angoli della memoria
salvare l’indispensabile

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.23

lo so che non sono migliore o peggiore di tanti
cerco con gli anni di diventare diverso
ho fatto errori tremendi
ma non mi sono mai consolato
la vita non è una prova di formula uno
per guadagnare la prima griglia in partenza

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.24

dammi la tua mano
vivere una volta per tutte definitivamente

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.25

senza un fiato di vento il cielo ha buttato
un grido tremendo
un sole nero corre per le strade
io voglio provare i miei sentimenti come su una lastra di fuoco

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.26

ahi il cuore
piange piange adesso piange come un sasso che ha vita
chiamano contiamo i morti
la libertà è lì a terra ferita
non possiamo più dare
soltanto pietà
questa estate è finita

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.27

ma dammi la tua mano
io non mi rassegno non mi voglio rassegnare.


Roberto Roversi



(Questo testo fu pubblicato su "Paese Sera"
 il 6 agosto 1980, quattro giorni dopo la strage)

4 commenti:

amanda ha detto...

è finita allora la libertà? era finita nel mare di Ustica? in piazza della Loggia? Sul treno Italicus? Giù da una finestra sotto l'Ufficio di Calabresi? In piazza Fontana? Dove ce la siamo giocati la libertà conquistata da dei ragazzi sui monti d'Italia? o ce l'eravamo solo immaginata anche allora?

sergio pasquandrea ha detto...

l'ultima che hai detto, Amanda

fernirosso ha detto...

non so voi ma per quanto mi riguarda ricordo tutto come una grande farsa che veniva messa in onda su fatti che straziavano e dai quali la gente non poteva prendere distanza, pure accadeva che la paura d'essere stati traditi facesse il suo ingresso ed è da allora , credo,che la politica, attraverso i rappresentanti che si sono susseguiti sul podio di un potere sempre più privato, ha mostrato sempre più apertamente, in forma di sfregio, il suo volto più oscuro, più abietto, più tetro

sergio pasquandrea ha detto...

io avevo 5 anni, non posso ricordare, non nitidamente almeno.
però credo che la tua analisi sia vera.