E crescono fanciulli con occhi profondi ,
nulla sapendo, crescono e poi muoiono
e gli uomini proseguono la strada.
E dolci frutti nascono dagli acerbi
e cadono nella notte come uccelli
e in brevi giorni giacciono e marciscono.
E sempre soffia il vento, e sempre
torniamo a dire e ad ascoltare parole
e a provare il piacere e la stanchezza.
E strade corrono nell'erba, e luoghi,
qua e là, pieni fiaccole, alberi, stagni,
o sinistri, o stecchiti nella morte...
Perché le cose esistono? E perché
mai l'una all'altra uguale? E innumerevoli?
E perché il pianto, il riso, ed il pallore?
Tutto ciò a chi giova? E questo gioco
è per noi, adulti, eternamente soli,
vagabondi mai in cerca di una meta?
Che giova, l'aver visto così tanto?
Ed è già molto poter dire “sera”,
farne scorrere tristezza dal profondo,
come miele pesante da un favo.
Hugo von Hofmannsthal (traduzione mia; qui l'originale)
1 commento:
è splendida.
non so dire altro.
daniela
Posta un commento