"Io mi sono sempre occupato personalmente delle spedizioni, facevo pacchi robustissimi. Un cliente giapponese mi scrisse estasiato per come gli avevo imballato una Treccani, un volume per volta con carte di colori diversi, volevo rivaleggiare con l’armonia del Sol Levante. Dai libri che partivano per l’estero, che dovevano affrontare un viaggio lungo e periglioso, mi congedavo con un rito speciale: scrivevo una piccola poesia per loro e la infilavo fra le pagine."
(leggi qui tutta l'intervista a Roberto Roversi)
2 commenti:
lo immagino quel giapponese, loro che amano il pacco quasi quanto il regalo, che riceve tanta grazia e quell'aggiunta di stupore nei versi non attesi
Questo gesto della poesia infilata tra le pagine é di una bellezza travolgente. Poesia nella poesia.
E l'intervista regala un ritratto di Roversi che va oltre l'ammirazione per la bravura del poeta e mette in luce il suo animo candido di uomo d'altri tempi....o forse di un altro pianeta.
Grazie Sergio, passando da "casa" tua si trova sempre quel qualcosa in piú
Posta un commento