domenica 6 novembre 2011

collera

Lo sapete, a scuola sto facendo studiare il testo poetico.
Ora, le domande che tornano più spesso sono due: "ma a che serve la poesia?" e "ma chi glielo fa fare, a 'sti poeti?". E non crediate che lo dica levando geremiadi contro i tempora e i mores, dato che queste domande sono vecchie più o meno quanto il mondo e i poeti da secoli imprecano contro il profanum vulgus e lo schifano.
Ora, io non credo che la poesia abbia l'obbligo di essere utile a qualcosa o a qualcuno; né credo che la poesia possa cambiare il mondo (poetry makes nothing happen, diceva uno che la sapeva molto più lunga di me); e non credo nemmeno che i poeti debbano necessariamente, in quanto poeti, essere uomini migliori rispetto al resto dell'umanità.
Però non credo neanche che ci sia qualche particolare merito a rinchiudersi nella turris eburnea e nel culto dell'ars gratia artis.
Quel che voglio dire è che c'è chi, ancor oggi, nell'anno XVII dell'Era Berlusconiana, ha la decenza di fare poesia civile, e soprattutto la coerenza di vivere questa scelta. C'è chi potrebbe starsene tranquillo in quel di Sondrio, e invece per sei mesi all'anno se ne va all'altro capo d'Italia per lavorare in una terra dove la legalità è solo una voce sul vocabolario. Insomma, c'è gente come Gian Mario Lucini.
Sono persone per le quali provo il più profondo rispetto, anche quando - come in questo caso - le loro posizioni politiche ed esistenziali sono lontanissime dalle mie*.
Ora Gian Mario fa uscire un'antologia di poesia civile, intitolata "La giusta collera". Okay, c'è anche un testo mio, ma questo non vuol dire, dato che la partecipazione era libera e io non ci guadagno neanche un centesimo. L'antologia si può scaricare gratuitamente qui.
Se ci credete, scaricate, leggete e, se potete, diffondete.

(E, a proposito, Gian Mario è disponibile a presentare l'antologia in giro per l'Italia. Se conoscete qualcuno interessato, contattatelo sul sito dell'Associazione Poiein).


* Tanto per informazione, le posizioni politiche di Lucini si potrebbero definire, più o meno, di "sinistra cattolica".

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