Lo spaccone (The Hustler) (1961), di Robert Rossen, con Paul Newman, Jackie Gleason, Piper Laurie, George C. Scott (DVD, domenica 16 ottobre)
Sì, sì, lo so, non mi dite niente: è un classicissimo, un capolavoro, storia del cinema, ma come non l'avevi mai visto e bla bla bla. Ebbene no: confesso, non l'avevo mai visto. E, confessione per confessione, non ho mai visto un sacco di altri classici della storia del cinema. Che ci volete fare.
La storia è notissima. Eddie Felson*, un giovanotto imbattibile al biliardo, campa spennando i "polli" di passaggio nelle piccole sale di provincia. Ma il suo sogno è sfidare e sconfiggere Minnesota Fats, il campione d'America. Ed è sul punto di riuscirci, quando gli cedono i nervi: e perde.
Si riduce quindi a vivacchiare di piccole scommesse, ma conosce Sarah, un'outcast sbandata quanto lui, e se ne innamora. Sembrerebbe l'inizio di una nuova vita, specialmente dopo che un gruppo di teppisti, infuriati per essere stati truffati, gli spezza le dita; senonché Eddie finisce tra le grinfie del cinico Gordon, un giocatore professionista che vorrebbe inculcargli la sua perversa morale: conta solo vincere, contano solo i soldi; il resto, amore compreso, non vale niente.
Eddie dovrà imparare a sue spese che alcune cose non le ripaga nulla, neanche la vittoria, neanche i quattrini.
Che dire? Semplicemente che è un film perfetto. Trama tesa dall'inizio alla fine senza il minimo cedimento, regia (di Robert Rossen, uno di quei magnifici artigiani della Hollywood di una volta, ovviamente vittima del maccartismo) classica e impeccabile, dialoghi memorabili, un bianco e nero da sindrome di Stendhal. E soprattutto un cast di attori in stato di grazia: un Paul Newman di bellezza e bravura quasi imbarazzanti, che in più di un punto ha rischiato di dare brividi erotici persino a me; Piper Laurie nella parte della sfortunata Sarah; George C. Scott un viscidone da antologia; e Jackie Gleason nel ruolo-chiave della sua carriera.
Giusto una nota a margine. Nel 1961, Hollywood produceva un film così: drammatico, disincantato, pieno di personaggi emarginati e sconfitti, privo di un vero lieto fine; un'amara riflessione sul mito del successo. Oggi... lasciamo perdere.
O tempora! O mores!
(*) Com'è noto, Newman riprese il personaggio di Eddie Felson venticinque anni dopo, ne "Il colore dei soldi" (1986), con la regia di Martin Scorsese e, per partner, un Tom Cruise sulla buona strada verso il divismo. Vidi il film secoli fa e purtroppo non ne conservo quasi alcun ricordo. Rimedierò.
Su “L’Atalante” di Stefano Raimondi
1 giorno fa
3 commenti:
Di belli come Paul Newman non ne sono stati mai mai più prodotti, bello perfino da vecchio e pure bravissimo
Ben detto. Mi permetto solo una precisazione dal pedante che sono: il ruolo chiave della carriera di Jackie Gleason non fu questo (la sua carriera cinematografica fu modesta o anche meno), ma quello, televisivo, di Ralph Kramner nella comedy «The Honeymooners».
@amanda
appunto, bello e pure bravo. sulle doti recitative di certi bellocci di oggi (che comunque a petto di newman sembrano risciacquature di piatti) preferirei stendere un pietoso velo.
@marco
grazie per la precisazione. in effetti sapevo che gleason era stato soprattutto un musicista, e che questo era stato il suo principale ruolo cinematografico.
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