[A metà anni '80] avevo preso in affitto un appartamento a Torino. La zona era tremenda, proprio dietro la stazione di Porta Nuova. Un quartiere frequentato da spacciatori, malviventi di vario genere, puttane e travestiti, di quelli anziani e con la faccia mal rasata. Il quartiere, che si chiamava San Salvario, non a caso era stato nominato "San Calvario". Piuttosto deprimente. Io però ci stavo bene: era in sintonia con il mio umore di quel periodo [Rava aveva appena divorziato dalla prima moglie Graciela] e poi l'appartamento era molto grande, con i soffitti alti. Una casa di fine Ottocento con i muri spessi. Potevo suonare senza sordina tutto il giorno perché al piano di sopra non c'era mai nessuno. I vicini ogni tanto vedevano la mia foto sul giornale, ma nel complesso non gliene fregava niente. Poi un bel giorno Wanda, la portinaia, esce dal suo gabbiotto insieme a un forte odore di cavoli, mi blocca e comincia: "Complimenti signor Rava!". Due inquilini si fermano e tutti in coro: "Sì, complimenti per ieri sera! Veramente! Siamo fieri che lei viva in questo palazzo!". Il fatto è che non avevo fatto niente la sera prima. Non riuscivo a capire. Poi il mistero venne svelato. In un telequiz Mike Bongiorno aveva chiesto al concorrente: "Che strumento suona il jazzista Enrico Rava?". Non volli indagare se il poveretto avesse o meno indovinato, anche se ne dubito. Di colpo vidi la realtà in tutta la sua tragicità fantozziana: avrei potuto avere un successo enorme al Teatro Regio, anzi alla Scala o alla Carnegie Hall che agli inquilini di via Nizza 27 non si sarebbe smosso un pelo. Venivo menzionato in un telequiz nazional popolare ed eccomi trasformato in eroe.
Enrico Rava, "Incontri con musicisti straordinari", Feltrinelli 2011, pag. 219-220
2 commenti:
ma qualcuno aveva mai pagato un biglietto per il Regio, la Scala o la Carnagie Hall agli inquilini di via Nizza 27? O qualcuno aveva mai minimamente ventilato l'idea a costoro che un mondo fantastico si sarebbe aperto ai loro sensi se li avessero potuti frequentare?
la tv è l'oppio dei popoli, amanda.
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