Per [il critico d'arte francese Jean] Clair, [...] esistono frontiere che non bisogna mai valicare tra la cultura alta - fatta di sculture e quadri - e la cultura pop, fatta di cartoon, graffiti, video. "La discesa dall'high culture alla low culture è una discesa agli inferi", ci dice. Un esempio: i fumetti di Art Spiegelman sul nazismo non hanno lo stesso valore dei disegni su Dachay e Buchenwald di Music, Taslitzky e Colville, i quali hanno saputo dare a quegli orrori "un equivalente plastico di incontestabile bellezza".
"Quelli che hanno ucciso l'arte", Corriere della Sera, 8 agosto 2011, pag. 30
Non si può valutare un testo a fumetti dalla sola qualità delle immagini, né dalla sola qualità del testo: l’errore diffuso è quello di ritenere che poiché la figuratività del fumetto non è in generale paragonabile a quella delle arti visive, e poiché la letterarietà del fumetto non è paragonabile a quella del romanzo, il fumetto non possa nemmeno sperare di assurgere alla dignità delle une o dell’altro. Ci si dimentica che nel fumetto la qualità sta nella relazione tra parole e immagini, e non nelle une o nelle altre singolarmente.
Daniele Barbieri, Il Sole 24 ore, 4 febbraio 1996 (il testo integrale qui)
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4 commenti:
mai piaciuti i limiti e le frontiere
Ci si dimentica che nel fumetto la qualità sta nella relazione tra parole e immagini, e non nelle une o nelle altre singolarmente.
È secondo me il medesimo errore che si fa quando si vogliono considerare «poesie» i testi delle canzoni.
...cosa che io, infatti, non faccio mai.
le poesie hanno un'autonomia ritmico-fonica che i testi delle canzoni, per loro natura, non hanno. (così come il testo di una canzone difficilmente può avere la complessità di un brano di musica classica o di jazz).
ciò non significa che le canzoni non possano essere opere d'arte, solo che lo sono in modo diverso.
ne parlai tempo fa:
http://ruminazioni.blogspot.com/2009/02/sono-solo-canzonette.html
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