Pier Vittorio Tondelli, Rimini, Corriere della Sera/I grandi classici italiani, 2003 (279 pp.)
Con i libri succede un po' come con le persone: ci si incontra, ci si piace, non ci si piace. A volte, con il tempo, si cambia idea, altre volte no.
Con Tondelli non ci siamo trovati. Lessi, anni fa, “Pao Pao”, e devo dire che lo trovai interessante, soprattutto dal punto di vista stilistico, ma a lungo andare, ahimé, noioso. Forse per via dei personaggi nei quali non riuscivo proprio a identificarmi, o per l'assenza di (la rinuncia a) una trama precisa e strutturata.
“Rimini” mi aspettava sullo scaffale da qualche anno, senza che trovassi la voglia di leggerlo. Sapevo che era considerato uno dei romanzi più “classici” di Tondelli, il che può essere per alcuni un difetto, ma per me è decisamente un pregio. Comunque, fu all'epoca della pubblicazione (1985) un notevole successo commerciale.
I personaggi del libro hanno in comune il fatto di trovarsi nella luccicante Rimini estiva degli anni Ottanta (1983, per la precisione): un rampante giornalista milanese a caccia di scoop; una donna tedesca in cerca della sorella scomparsa; un sassofonista da night club; uno scrittore omosessuale in fuga da un amore impossibile; due scalcinati cinematografari; il proprietario di una pensioncina di quart'ordine. Storie che si sfiorano senza mai davvero incontrarsi, e che tutte insieme vanno a comporre un caustico ritratto della “città del divertimento” e della sua enorme grottesca onnivora macchina da vacanze.
Tondelli rinuncia allo stile pirotecnico e trascinante di “Pao Pao” in favore di una narrazione più realistica e di una trama costruita con molta cura (una delle storie, ad esempio, si rivela man mano come un vero e proprio giallo).
Insomma, tutto come si deve, senonché, anche stavolta, l'incontro non c'è stato. È rimasta un'opacità di fondo tra me e l'autore, una sorta di pellicola che mi impediva di immergermi nel romanzo e, puntualmente, me ne respingeva. L'ho letto da un palmo di distanza, se mi si passa la metafora.
Un po' mi dispiace; ma, in fondo, così va la vita.
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2 commenti:
Tondelli è un pessimo autore, Sergio, non è che non l'hai incontrato tu, vorrei sapere CHI l'ha mai visto.
mbo...
non ci si può far piacere tutti come non si può piacere a tutti :)
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