Luciano Erba era un uomo schivo, un poeta elegante, uno che non urlava mai.Se n'è andato in silenzio, ieri, a 88 anni, nella sua Milano.Era classificato nella "linea lombarda", o nella "quarta generazione", o chissà dove altro. Per me, era solo un grande poeta.Il formaggioSarà bene parlando di un mio modo
di abitare nel mondo del presente
(un sistema spaziale dove scambio
forma e corpo con quanto mi sta attorno
con le cose alle quali vado incontro
per vivere in loro e loro in me)
sarà bene che riveli che tal modo
di stare vicino al quotidiano
mi fu chiaro ab initio una mattina
avevo fame era tempo di guerra
da parte a parte guardavo i buchi
di una fetta sottile di formaggio
così assorto mi sentivo rapito
ed ero un po' di qua un po' di la.
Linea lombardaAdoro i pregiudizi, i luoghi comuni
mi piace pensare che in Olanda
ci siano sempre ragazze con gli zoccoli
che a Napoli si suoni il mandolino
che tu mi aspetti un po' in ansia
quando cambio tra Lambrate e Garibaldi.
Milano da sera a mattinaLe nuvole hanno smesso di piovere
sta per ricominciare la sera
i cortili avranno voci più chiare
la luna compie un giro in più.
La felicità vive a notte nel sogno
della città labirinto
un monte in periferia
un vagone abbandonato sulle rotaie.
Superstite del primo Novecento
di case d'epoca lungo i bastioni
resto un borghese di tarda mattina:
per svegliarmi ripasso il latino
campester silvester paluster
esco, cravatta, scarp luster.
2 commenti:
Grazie, Sergio.
Marco (milanese della linea 3 - la metropolitana).
mi piace molto questo poeta...percepisco una voglia di vedere semplicemente la vita, così com'è...e come è diretta la poesia sul formaggio: parla della vita, nient'altro...
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