Strano disco, De Gregori (1978).
In copertina c'è lui, solo in mezzo a un campo deserto, ripreso da lontano mentre insegue un pallone. Un'immagine che può evocare serenità, ma anche malinconia
La celeberrima "Generale", che lo apre, finisce per oscurare un album ricco di luci (l'allegra e rockeggiante "Il '56", la dolcissima "Raggio di sole", dedicata ai due figli gemelli nati proprio quell'anno, la lirica "Due Zingari") e di ombre. Anzi, direi che il disco contiene due fra le canzoni più drammatiche e disperate della sua intera produzione, "L'impiccato" e "La campana", oltre alla malinconica "Natale".
Del resto, De Gregori arrivava dopo due anni di crisi, durante i quali, in seguito al famigerato "processo del Palalido", il cantautore aveva addirittura meditato di ritirarsi dalle scene.
Però, proprio al centro del disco, campeggia uno dei suoi più riusciti ritratti femminili: "Renoir".
Che, con un colpo di genio, viene presentata in due versioni, una malinconica e pensosa, l'altra chiassosa e caciarona (nell'LP originale, la prima versione chiudeva la facciata A, la seconda, con un bellissimo effetto, apriva il lato B, e mannaggia ai cd, dove tutto l'effetto si perde).
Ve le presento entrambe.
Versione 1
http://www.youtube.com/watch?v=E35Jiy57JGA
Versione 2
http://www.youtube.com/watch?v=mxI5Auk_6ps
Gli aerei stanno al cielo
come le navi al mare
come il sole all'orizzonte la sera
com'è vero che non voglio tornare
a una stanza vuota e tranquilla
dove aspetto un amore lontano
e mi pettino i pensieri
col bicchiere nella mano
Chi di voi l'ha vista partire
dica pure che stracciona era
quanto vento aveva nei capelli
se rideva o se piangeva
la mattina che prese il treno
e seduta accanto al finestrino
vide passare l'Italia ai suoi piedi
giocando a carte col suo destino
Ora i tempi si sa che cambiano
passano e tornano tristezza e amore
da qualche parte c'è una casa più calda
sicuramente esiste un uomo migliore
io nel frattempo ho scritto altre canzoni
di lei parlano raramente
ma non vero che io l'abbia perduta
dimenticata come dice la gente
3 commenti:
avevo il vinile quindi renoir 1 e 2 da qui niente audio, ma l'audio l'ho in testa ed amo tutto l'LP, tutto come posso amare me stessa a quell'età
lo so che ripetersi è brutto ma anche qui credo che il degre si sia ispirato al dylan di planet waves su cui c'erano a fine lato a e inizio lato b due differenti versioni di forever young, una lenta e avvolgente e l'altra più veloce e sbilenca, quasi country... nulla di male, intendiamoci... per me il vero fascino della faccenda è determinato dal fatto che il periodo di dylan a cui degregori pare far maggior riferimento e quello di inizio anni '70, cioè, in termini compositivi uno dei più mosci (anche se più romantici) del cantautore di duluth...
come diceva picasso, "gli artisti mediocri prendono in prestito, i grandi rubano".
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