"Alice" è la canzone che mi ha fatto innamorare di De Gregori. E ancor oggi la considero il suo capolavoro, la sua canzone più perfetta.
La ascoltai forse a 13 o 14 anni, quando De Gregori non sapevo neanche chi fosse, e ci capii poco o niente, ma che importa? Quelle figure femminili sfuggenti, enigmatiche mi si impressero subito in maniera indelebile.
Per qualche anno, credo dai 14 ai 17 o giù di lì, ascoltai De Gregori quasi ossessivamente. Il primo lp suo che comprai fu Miramare (1989), che è un disco un po' strano, un po' di transizione se vogliamo, forse non del tutto risolto, ma secondo me ancora affascinante. Poi recuperai tutti i suoi lavori precedenti, e continuai a seguirlo fino al '92 o '93.
Poi uscì Canzoni d'amore, che non mi piacque (e continua a non piacermi), e contemporaneamente scoprii il jazz, quindi lasciai indietro De Gregori per farmi prendere da altre passioni.
Però l'imprinting di "Alice" dev'essermi rimasto, perché ancor oggi una delle cose che più mi piacciono di lui sono i suoi ritratti di donna.
E dunque, ecco il primo post della serie.
I riferimenti, per quel che serve: "Alice" esce su Alice non lo sa (1973), il primo disco a suo nome. De Gregori la porta a "Un disco per l'estate" e arriva ultimo tra gli ultimi.
Irene è la protagonista di un'altra canzone dello stesso disco; Cesare è Pavese, che realmente si innamorò di una ballerina e si buscò una polmonite per averla aspettata sei ore sotto la pioggia; lo sposo continua a emettere il suo grido muto, tra l'indifferenza dei parenti.
In origine, il "qualcosa" che il mendicante arabo ha nel cappello era "un cancro", ma la censura non accettò di far passare un verso cotanto scandaloso. Altri tempi (o forse no?).
Ma Alice (in Wonderland?), con i suoi gatti pigri, tutto questo "non lo sa".
Buon ascolto.La ascoltai forse a 13 o 14 anni, quando De Gregori non sapevo neanche chi fosse, e ci capii poco o niente, ma che importa? Quelle figure femminili sfuggenti, enigmatiche mi si impressero subito in maniera indelebile.
Per qualche anno, credo dai 14 ai 17 o giù di lì, ascoltai De Gregori quasi ossessivamente. Il primo lp suo che comprai fu Miramare (1989), che è un disco un po' strano, un po' di transizione se vogliamo, forse non del tutto risolto, ma secondo me ancora affascinante. Poi recuperai tutti i suoi lavori precedenti, e continuai a seguirlo fino al '92 o '93.
Poi uscì Canzoni d'amore, che non mi piacque (e continua a non piacermi), e contemporaneamente scoprii il jazz, quindi lasciai indietro De Gregori per farmi prendere da altre passioni.
Però l'imprinting di "Alice" dev'essermi rimasto, perché ancor oggi una delle cose che più mi piacciono di lui sono i suoi ritratti di donna.
E dunque, ecco il primo post della serie.
I riferimenti, per quel che serve: "Alice" esce su Alice non lo sa (1973), il primo disco a suo nome. De Gregori la porta a "Un disco per l'estate" e arriva ultimo tra gli ultimi.
Irene è la protagonista di un'altra canzone dello stesso disco; Cesare è Pavese, che realmente si innamorò di una ballerina e si buscò una polmonite per averla aspettata sei ore sotto la pioggia; lo sposo continua a emettere il suo grido muto, tra l'indifferenza dei parenti.
In origine, il "qualcosa" che il mendicante arabo ha nel cappello era "un cancro", ma la censura non accettò di far passare un verso cotanto scandaloso. Altri tempi (o forse no?).
Ma Alice (in Wonderland?), con i suoi gatti pigri, tutto questo "non lo sa".
http://www.youtube.com/watch?v=6WdopDCbr3Q
Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole
mentre il mondo sta girando senza fretta.
Irene al quarto piano è lì tranquilla
che si guarda nello specchio
e accende un'altra sigaretta.
E Lilì Marlene bella più che mai
sorride e non ti dice la sua età
ma tutto questo Alice non lo sa.
Ma io non ci sto più
gridò lo sposo e poi
tutti pensarono dietro ai cappelli
lo sposo è impazzito oppure ha bevuto
ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
non è così che se ne andrà.
Alice guarda i gatti e i gatti muoiono nel sole
mentre il sole a poco a poco si avvicina
e Cesare perduto nella pioggia
sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina
E rimane lì
a bagnarsi ancora un po'
e il tram di mezzanotte se ne va
ma tutto questo Alice non lo sa.
Alice guarda i gatti e i gatti girano nel sole
mentre il sole fa l'amore con la luna.
Il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello
ma è convinto che sia un portafortuna.
Non ti chiede mai
pane e carità
e un posto per dormire non ce l'ha
ma tutto questo Alice non lo sa.
Ma io non ci sto più
gridò lo sposo e poi
tutti pensarono dietro i cappelli
lo sposo è impazzito oppure ha bevuto
ma la sposa aspetta un figlio e lui lo sa
non è così
che se ne andrà.
5 commenti:
ecco ora resto in attesa del prossimo ritratto
io ti aggiungo che secondo me il verso del mendicante arabo è una citazione di dylan, o un omaggio se preferisci. c'è una strofa infatti, in absolutely sweet marie, canzone contenuta in blonde on blonde, che dice:
Well I got the fever down in my pockets
The Persian drunkard, he follows me
Yes, I can take him to your house but I can't unlock it
You see, you forgot to leave me with the key
Oh, where are you tonight sweet Marie?
le analogie, gli ammiccamenti e i rimandi ironici fra i due versi mi sembrano abbastanza evidenti...
ps, anche io aspetto i prossimi post sull'argomento, e anche, se posso permettermi, altre traduzioni di cohen, le più belle della rete secondo me, le più fedeli al poeta...
ps. di canzoni d'amore è bella viaggi e miraggi...
probabile che ci sia quella citazione, antonio. del resto, dylan e leonard cohen sono sempre stati gli idoli di de gregori, specialmente nei primi dischi.
"canzoni d'amore" in realtà è un bel disco; non piace a me, per motivi miei.
altri post sull'argomento a seguire nei prossimi giorni.
che abbinamento. parlo del quadro. il gatto,che appare in molti quadri di Balthus, rappresenta lo stesso autore
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