(dal sito del "Il Foglio")
di Andrea Ballarini
IL JAZZ
- Non sopportarlo assolutamente. Stringersi nelle spalle, stendere le dita e dire “isterizzante”
- Le donne odiavano il jazz, non si capisce il motivo
- Non amarlo, ma commentare comunque con ammirazione la voce della cantante
- Amarlo, ma solo quello freddo. Non specificare in cosa differisca da quello caldo
- L’unica forma d’arte autenticamente americana
- E' nato tra gli schiavi delle piantagioni di cotone degli Stati Uniti, anche se non si capisce dove tenessero piano, contrabbasso e batteria
- Per capirlo essere di colore non è necessario, ma aiuta. Valutare caso per caso se ribattere che i neri hanno il ritmo nel sangue
- Sembra tutto uguale. A riprova affermare che è impossibile canticchiare un pezzo jazz
- Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e Billie Holiday: le signore del jazz. Spesso con storie dolorose alle spalle
- I fratelli Gershwin: George e quell’altro
- Un trio jazz dà un tono di classe all’ambiente, purché non suoni troppo forte
- Louis Armstrong nel 1968 ha cantato a Sanremo. Non ricordare in coppia con chi
- Chiedere svagatamente chi fosse la cantante dello spot di quella marca di biancheria intima che faceva “I’m a fool to want you"
- I club jazz, di solito, sono in orrendi sottoscala con una pessima acustica. E ci si mangia malissimo
- Citare i festival jazz sparsi per il mondo lascia immaginare una vasta cultura musicale e uno stile di vita internazionale
- Se qualcuno nomina dei musicisti stranieri sconosciuti, ricordare che durante il fascismo i nomi dei jazzisti americani venivano tradotti: vedi Luigi Braccioforte e Beniamino Buonomo
- Un sax nella notte fa subito film poliziesco americano
- Miles Davis ha cambiato la storia della musica tre volte. Meno particolari si aggiungono più si deduce ne sappiate
- Tutti i grandi jazzisti erano grandiosi tossicodipendenti
- Avere una quantità di dischi jazz del padre da qualche parte. Contestualmente lodare il fascino del vinile
- Notare argutamente che una volta si diceva “giaas” mentre oggi si dice “gezz” qualifica come sagaci osservatori del costume
- Storcere il naso di fronte al Bollani intrattenitore
- Per una signorina è assai stylish dire che si avrebbe sempre voluto imparare a suonare il sax. Eventualmente averne anche preso qualche lezione
- Non ricordare se è Debussy ad avere influenzato il jazz o viceversa
- Dopo Mozart è solo rumore
- Charlie Parker, il sassofonista che ha inventato la stilografica.
- Le donne odiavano il jazz, non si capisce il motivo
- Non amarlo, ma commentare comunque con ammirazione la voce della cantante
- Amarlo, ma solo quello freddo. Non specificare in cosa differisca da quello caldo
- L’unica forma d’arte autenticamente americana
- E' nato tra gli schiavi delle piantagioni di cotone degli Stati Uniti, anche se non si capisce dove tenessero piano, contrabbasso e batteria
- Per capirlo essere di colore non è necessario, ma aiuta. Valutare caso per caso se ribattere che i neri hanno il ritmo nel sangue
- Sembra tutto uguale. A riprova affermare che è impossibile canticchiare un pezzo jazz
- Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan e Billie Holiday: le signore del jazz. Spesso con storie dolorose alle spalle
- I fratelli Gershwin: George e quell’altro
- Un trio jazz dà un tono di classe all’ambiente, purché non suoni troppo forte
- Louis Armstrong nel 1968 ha cantato a Sanremo. Non ricordare in coppia con chi
- Chiedere svagatamente chi fosse la cantante dello spot di quella marca di biancheria intima che faceva “I’m a fool to want you"
- I club jazz, di solito, sono in orrendi sottoscala con una pessima acustica. E ci si mangia malissimo
- Citare i festival jazz sparsi per il mondo lascia immaginare una vasta cultura musicale e uno stile di vita internazionale
- Se qualcuno nomina dei musicisti stranieri sconosciuti, ricordare che durante il fascismo i nomi dei jazzisti americani venivano tradotti: vedi Luigi Braccioforte e Beniamino Buonomo
- Un sax nella notte fa subito film poliziesco americano
- Miles Davis ha cambiato la storia della musica tre volte. Meno particolari si aggiungono più si deduce ne sappiate
- Tutti i grandi jazzisti erano grandiosi tossicodipendenti
- Avere una quantità di dischi jazz del padre da qualche parte. Contestualmente lodare il fascino del vinile
- Notare argutamente che una volta si diceva “giaas” mentre oggi si dice “gezz” qualifica come sagaci osservatori del costume
- Storcere il naso di fronte al Bollani intrattenitore
- Per una signorina è assai stylish dire che si avrebbe sempre voluto imparare a suonare il sax. Eventualmente averne anche preso qualche lezione
- Non ricordare se è Debussy ad avere influenzato il jazz o viceversa
- Dopo Mozart è solo rumore
- Charlie Parker, il sassofonista che ha inventato la stilografica.
2 commenti:
brutta gente quelli de "Il Foglio", il giornale più spocchioso dopo
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non mi viene in mente nulla.
l'inserto però e' almeno simpatico.
sì, anch'io trovo "il foglio" piuttosto odioso, ma quest'articolo è divertente e azzeccato.
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