Girando gli occhi per salutare gli amici seduti all'altro capo del tavolo, si rende conto che il suo sguardo si è posato su di lei per pochi decimi di secondo, e tuttavia ha registrato ogni dettaglio: il collo dritto da parere rigido, le ciocche di capelli castani-ramati sfuggiti al tupè, un incisivo un po' sporgente, e poi il vestito nero che le lascia scoperta una sola spalla, lo strano bracciale di stoffa a metà dell'avambraccio, l'inclinazione della testa mentre ascolta parlare il suo vicino, il fascino ofidico degli occhi obliqui; e pensa in un lampo di terrore: “no, santo cielo no, innamorato di nuovo no”. Ma è troppo tardi.
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