martedì 20 ottobre 2009

... sono loro che sono negri


Vi sentivate in colpa se parlavate male degli immigrati? Temevate di essere razzisti?
Tranquillizzatevi: è solo natura. Lo diceva, sul "Giornale" qualche settimana fa, Ida Magli (che, a quanto pare, dovrebbe essere un'antropologa, e ripeto: antropologa; il povero Malinowski si starà rivoltando nella tomba).
Qui e qui trovate tutto l'inestimabile articolo. Riporto solo le perle più spassose, e mi limito a rammentare la vecchia battuta: "non siamo noi che siamo razzisti...".

Il razzismo al contrario adesso rischia di contagiare l’Italia
di Ida Magli (dal "Giornale" di giovedì 3 settembre 2009)
Si tengono tanti discorsi per attutire, nascondere, motivare nei modi più diversi le difficoltà di convivenza fra gli immigrati e i vari popoli d'Europa, ma, di fatto, viviamo malissimo; e uno dei fattori principali di questa sofferenza è il timore, ormai inculcato in noi dai nostri governanti fin dalla nascita, che il malessere sia dettato dal razzismo. Bene, tranquillizziamoci: il razzismo non c'entra per nulla. Stiamo male perché siamo costretti a vivere nello stesso territorio con popoli diversi da noi, e diversi prima di tutto fisicamente. Le diversità fisiche colpiscono subito e creano immediatamente un senso d'estraneità. È la Natura che fa sì che i parenti si somiglino fisicamente fra loro, i genitori con i figli, con i fratelli, e poi, gradualmente sempre meno: i nipoti, i cugini, fino alle somiglianze di gruppo…
L'uguaglianza, cui ci si riferisce oggi in continuazione, è un valore meta-fisico, di cui sono in possesso tutti gli esseri umani in quanto esseri umani, prescindendo da qualsiasi altro connotato, fisico, psichico, sessuale, etnico… ma si tratta di un valore filosofico, difficilissimo da comprendere e da realizzare, e che non ha nulla a che fare con uguaglianze concrete, di cui, per fortuna, non esistono esempi in natura. Non c'è foglia uguale ad altra foglia, come dice un vecchio e saggio adagio popolare.
L'estraneità fisica è la caratteristica maggiore che impedisce agli uomini di potersi «identificare» l'uno nell'altro, sentirsi psicologicamente «simili». Maschio e femmina lo sanno benissimo: è impossibile per una donna identificarsi in un maschio, e viceversa. Ma è ugualmente quasi impossibile per un «bianco» identificarsi in un «nero»: comprendere i sentimenti, le percezioni, i gusti, intuire il tipo di intelligenza, le reazioni, gli interessi. Se si aggiunge a questo dato di partenza, la differenza di lingua, di religione, di storia culturale, ci si rende conto che vivere sullo stesso territorio non significa vivere «insieme». Non si amano le stesse cose; non si desiderano le stesse cose; soprattutto non si lavora per lo stesso futuro, non si hanno le stesse mete.
[...]
Perché mai gli immigrati non dovrebbero avere come meta di poter governare, avere la maggioranza, poterci dominare? Sono uomini e come tali non possono desiderare altro che lasciare la propria impronta nella storia, far vincere la propria lingua, la propria religione, il proprio gruppo… Insomma, se non si cambia del tutto la rotta seguita fino ad oggi, noi non abbiamo futuro.
[...]
Questo è il razzismo, questa è l'eredità genetica, questa è la peggiore delle ingiustizie. L'Unione Europea è in crisi perché era fin dal principio un'idea irrealizzabile. Ancor più irrealizzabile è l'idea dell'Unione Mondiale. Cominciamo a lavorare per sopravvivere come italiani.

8 commenti:

Roberto ha detto...

Si tratta, purtroppo, della stessa Ida Magli che ai tempi scriveva sul Manifesto e su Noi Donne. A questo punto si impone una riflessione sulla migrazione quasi in toto della ex sinistra extra-parlamentare tra le fila di Mediaset e della Padania: l'intransigenza non è cambiata, gli obiettivi neppure (o no ?). Che brutta fine. La mia stima per persone come Capanna che mai hanno rinnegato scelte magari sbagliate ma vissute fino in fondo con onestà e coerenza non può che aumentare.

http://www.gennarocarotenuto.it/2323-ida-magli-da-noi-donne-a-la-padania/

sergio pasquandrea ha detto...

Oggi sono leghisti esattamente come ieri erano maoisti. Diversi contenuti, stessa pulsione.
Extremes meet.

la madonna del petrolio ha detto...

Ho provato a leggere l'articolo intero, usando il tuo link, ma la pagina a cui mi ha mandato lo presentava solo parzialmente (credo). Mancava tutto il pezzo iniziale, che tu hai trascritto, sul perchè non si riesce a vivere bene assieme, che è forse l'unica parte interessante, sulla quale un minimo si può discutere: l'incapacità di identificarsi, la creazione di un territorio frastagliato dove la gente riproduce i propri spazi e le proprie appartenenze, vicini senza che si debba a forza conoscersi e integrarsi/assimilarsi (parola brutta, traguardo "colpevole", che forse sta perdendo forza). una vita assieme invece di una vita insieme. a me sembra che questa sia effettivamente la direzione che l'italia multietnica ha preso in questi ultimi anni, direi spontaneamente, ma è solo appunto un impressione. tolto quest'unico spunto di dibattito, il resto dell'articolo è completamente sconnesso e ingarbugliato. credevo chela povertà di senso derivasse dai tuoi tagli, per quello ho cercato la versione integrale, ma non ha aiutato per nulla. com'è possibile? anche senza chiamare in causa il giusto e lo sbagliato, che rimangono su tutto soggettivi (sarebbe da parlarne, ma lasciamela passare così), com'è possibile, da giornalisti, non trovare nemmeno uno straccio di filo logico e discorsivo al quale appendere le proprie idee?

sergio pasquandrea ha detto...

Succede, quando si usano le parole come pietre da scagliare e non come delicati congegni da maneggiare con cura.

PS: per leggere l'inizio dell'articolo, vai in fondo alla pagina e clicca su "Precedente", oppure vai qui:
http://www.ilgiornale.it/interni/il_razzismo_contrario_adesso_rischia_contagiare_litalia/03-09-2009/articolo-id=379419-page=0-comments=1

sergio pasquandrea ha detto...

ho corretto il link anche nel testo

maybe ha detto...

I'm appreciate your writing skill.Please keep on working hard.^^

Anonimo ha detto...

dopo che la piu grande tragedia della storia (WW2) e' stata dettata in nome del razzismo, imporre a priori che "difesa per la propria etnia e cultura = razzismo = sbagliato" e "integrazione razziale = saggezza e apertura mentale = giusto" e' diventato comune accettazione.
si crede quindi di avere tutto il dirittto di insultare (acclamato dal popolo) chi ha il coraggio di alzare un po la testa e scrivere articoli come questo, assolutamente sensati, che minacciano di aprire gli occhi a chi ha voglia di capire come veramente stanno le cose.
triste che a fare le spese di questo sistema malato e suicida della nostra culura saranno i nostri figli.
vivo in america, quindi gia vedo qui quello che potra' essere l'italia fra 50 anni, e mi viene da piangere

sergio pasquandrea ha detto...

Se per te questo sconclusionato affastellamento di luoghi comuni, intrisi di razzismo lombrosiano e di xenofobia da quattro soldi, è "assolutamente sensato", che dire? Rimani pure in America, che qui in Italia stiamo già messi abbastanza male.

(E se proprio devi piangere, piangi per quei poveracci che nei prossimi 50 anni saranno vittime dei criminali - di destra e di sinistra - che governano l'Italia.)