domenica 18 ottobre 2009

le tettine della dea


Dalla pietra

Dal candore perfetto della pura
e ilare pietra nevicata uscì
una ragazza bruna, lentamente
inventandosi il vento per potersi
scuotere i brevi capelli per lieve
ammirazione e gioco; e discendeva
alla festosità cupa ed ironica
del violaceo mare, infinitamente
imbarazzata e al tempo stesso fiera
per la perfetta nudità del cielo
e le tettine appena ricoperte
dalla striscia blu. Sempre più correndo,
rapida scese la spiaggia fino
alle onde irrigidite e decorate
dalle alghe serpentine e da meduse
raffinate, le sorse accanto l'ala
di una barchetta azzurra, la salì
agile, mentre dal largo erano arrivati
gonfi venti arrossati ed anelanti,
e trionfanti e buffi la portarono
fino al bar di fiori e di cristalli, dove
il burbero il padre la presenterà
agli altri dei, e la inciterà a danzare
tutta la notte e, dopo, con l'Aurora
dalle dita rosate.

Torino, 12 settembre 2003

Giorgio Barberi Squarotti
da:
Gli affanni, gli agi e la speranza (L'arcolaio, 2009)

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