RUMINAZIONI - poesia, musica e altro. di Sergio Pasquandrea
giovedì 10 settembre 2009
amarcord musicale - 1
Dedicato a chi ha fra i trenta e i quarant'anni, e ha vissuto la sua infanzia fra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Ci sono memorie comuni a tutta una generazione, e sicuramente la musica è una delle madeleine più potenti. Queste credo siano tra le primissime musiche di ho conservato memoria.
La prima è la colonna sonora scritta da Fiorenzo Carpi per il Pinocchio televisivo, capolavoro di Comencini (altro che i calzoncini tirolesi di Walt Disney o la favoletta pacchiana di Benigni). Tutti i brani sono memorabili, dalla legnosa marcetta di Pinocchio alla struggente canzone di Geppetto ("com'è triste l'uomo solo / che si guarda nello specchio") alla canzone della Fata Turchina ("tre per tre fa soltanto nove"), e così via.
Questo è semplicemente il mio preferito.
La seconda è la sigla d'apertura dell'Almanacco del giorno dopo, bellissimo e rimpiantissimo programma della TV italiana dei bei tempi. Mi suscitava, non so perché, una strana inquietudine, amplificata da quelle figure da lunario rinascimentale accompagnata da quei motti enigmatici. Ho scoperto solo da poco che si trattava di un brano di Guillaume de Machaut, ma l'ho trovato citato come Chanson Balladée, che in effetti non è un titolo, ma il nome generico di un tipo di composizione. Ad ogni modo il brano è stato profondamente riarrangiato. Gli esecutori sono una non altrimenti nota "Orchestra del Chianti".
Ah, e poi c'è un altro pezzo di storia della TV: Quark, con l'aria bachiana cantata dagli Swingle Singers. C'era quando ero piccolissimo, c'è ancora e - presumo - sempre ci sarà. Questa è la prima sigla che ricordo (YouTube la data al 1981).
E infine l'Intervallo, ovvero l'Aria di François Couperin.
Che cazzo posso fare con il mio ginocchio, con la mia gamba così lunga e così debole, con le mie braccia, con la mia lingua, con i miei o...
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