lunedì 17 agosto 2009

recensioni in pillole 26 - "E adesso, pover'uomo?"

Hans Fallada, E adesso, pover'uomo?, Sellerio 2008 (577 pp., 15 €)

Il titolo originale è Kleiner Mann, was nun?, letteralmente "piccolo uomo, e adesso?", privo quindi di quella sfumatura patetica che c'è nell'italiano "pover'uomo". Ed è senza patetismi che Fallada racconta le vite dei suoi piccoli uomini, stritolati dagli ingranaggi di una società avida e spietata.
Siamo nella Germania dei primi anni Trenta: ultimi sgoccioli della Repubblica di Weimar, inflazione, disoccupazione, crisi economica, le squadracce naziste che si affacciano sinistramente sulla scena. Ma Fallada lascia tutto ciò sullo sfondo e si concentra sul protagonista, Johannes Pinneberg. All'inizio è un uomo qualunque, un giovane impiegatuccio piccoloborghese, fidanzato con la candida Emma, detta Lämmchen ("agnellino"), figlia di operai. Quando lei rimane incinta, i due decidono di sposarsi, con l'allegra incoscienza della gioventù.
Ovviamente le cose non andranno bene, anzi andranno di male in peggio. Johannes rimarrà disoccupato, i Pinneberg scivoleranno nella povertà; perduta la posizione sociale, arriveranno le umiliazioni, verranno meno la dignità, i diritti più elementari.
Fallada adotta uno stile svelto, concreto, privo di fronzoli, riesce a trovare persino accenti di commedia che fanno risaltare ancor di più gli episodi drammatici (la scena con l'attore al negozio di vestiti è di una crudeltà lancinante).
Alla fine sarà solo l'amore tra Johannes e Lämmchen a farli sopravvivere; ed è proprio lei, Lämmchen, l'unica vera luce del romanzo, con la sua invincibile bontà, il suo amore incondizionato, ma anche con la sua incrollabile, proletaria caparbietà davanti alle disgrazie. Lämmchen che ha la tessera del Partito Socialista (ma anche "una certa simpatia per i comunisti") e che enuncia le parole più limpide e attuali:

Come si fa a ridere di cuore, in un mondo come questo, in cui i responsabili dell'economia han potuto risanare se stessi, pur avendo commesso mille errori, e la gente che sta in basso viene umiliata e calpestata, pur avendo fatto sempre del suo meglio?
Non sarebbe male, se in queste cose ci fosse un po' più di giustizia, pensa Lämmchen.


Ma Lämmchen non trova risposta; Johannes, indeciso e sostanzialmente apolitico, nemmeno. L'unica risposta è la loro povera casetta, il loro bimbo, il loro amore che non si spegne mai.
Il libro uscì nel 1932. Un anno dopo, un omino coi baffi sarebbe arrivato a dimostrare che, forse, quella risposta non bastava.

5 commenti:

ghzk ha detto...
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sergio pasquandrea ha detto...

i romanzi sono una pallida imitazione della vita.
la vita resta sempre più interessante.

ghzk ha detto...
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sergio pasquandrea ha detto...

bello il geco

ghzk ha detto...
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