mercoledì 5 agosto 2009
ancora su calvino
Qualche tempo fa citavo "Palomar", e lo definivo il vero libro di Calvino. Ripensandoci, credo proprio che sia uno dei libri in cui Calvino si è più messo a nudo, senza schermi e senza filitri.
L'altro, strano a dirsi, è "Il castello dei destini incrociati", il suo libro più rigoroso e matematico, e insieme il più cupo, apocalittico, pieno di oscure emergenze inconsce.
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9 commenti:
che cosa rappresenta quest'immagine? bella, curiosa
cercando "Palomar" ho (ri)trovato anche "Le Cosmocomiche" consigliatomi tempo fa, durante un corso di astronomia.
L'immagine rappresenta due carte dei tarocchi, "l'appeso" e "il bagatto".
"Il castello dei destini incrociati" è costituito da una serie di storie ispirate alle figure di un antico mazzo di tarocchi.
"Le cosmicomiche" sono un libro molto divertente e insieme profondo, ti consiglio anch'io di leggerlo.
sono io. tutte e due :-)
("Le cosmicomiche" sono già da giorni sul mio tavolo, in attesa di lettura)
io il destino dei castelli incrociati l'ho letto ma ammetto di essermi perso a un certo punto... forse non ero abbastanza concentrato in quel periodo ma è stata un'esperienza strana, dico perderdersi in un libro del genere...
Sotto il sole giaguaro è un'opera incompiuta, ma straordinaria, Sergio.
Un re in ascolto, poi, è un capolavoro, a mio parere.
"Sotto il sole giaguaro" è il libro di Calvino che conosco meno. Lo lessi, assai di fretta, anni fa, e non l'ho più ripreso.
Lo ricordo come una delle sue cose più "strane", completamente diverso dall'immagine che si ha solitamente di lui.
in questi giorni sto leggendo "Palomar".a rallentatore, non voglio che finisca. e sto cercando di dipingere un'arcobaleno.. o piuttosto lo stato d'animo che rappresenta. immagini Palomar alle prese con un'arcobaleno ?
ho assocciato Palomar fin dall'inizio con Monsieur Hulot di Jacques Tati, che ne pensi ?
il dialogo dei merli è formidabile, mi ci ritrovo
Purtroppo Tati lo conosco solo di nome. Prima o poi dovrò rimediare.
non ho alcun dubbio che ti piacerà.
Jacques Tati non parla, al massimo emmette dei suoni, come quei merli.
"Mio zio" è una bellissima satira sui tempi moderni e sui piccoli borghesi (famosa la fontana che si mette in funzione al suono del campanello, quando arrivano gli ospiti).. anche "Le vacanze di monsieur Hulot" è piuttosto comico.
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