mercoledì 27 maggio 2009

noi e loro

“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perchè tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano non solo perchè poco attraenti e selvatici ma perchè si è diffusa la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali.
[...]
Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e ignoranti ma disposti più di altri a lavorare.
Si adattano ad abitazioni che gli americani rifiutano purché le famiglie rimangano unite e non contestano il salario.
Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud dell’Italia.
Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.

(Da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre 1912).

3 commenti:

lillo ha detto...

che bel documento! peccato che a leggerlo siamo solo noi che siamo d'accordo e non chi d'accordo non è e senza un perchè...
fra l'altro questa storia sta prendendo anche molti miei amici, che vivono in città... in provincia, forse per le diverse dinamiche fra persone, tutte queste cose non si sentono... da noi con gli immigrati della zona c'è un ottimo rapporto, però c'è da dire che in una realtà come questa è molto più facile integrarsi e trovarsi un lavoro, e il lavoro si sa, è indice di rispettabilità...
ci sono molti stranieri che sono considerati più rispettabili di me che, scrivendo, non faccio un "vero lavoro"...

Anonimo ha detto...

ho inserito in youtube un breve video con la lettera pubblicata da repubblica e qui riportata in maniera da diffondere il più possibile questo testo così sorprendentemente attuale.
Questo è il link:
http://www.youtube.com/watch?v=78wZIh6l6QM
spero venga letto da più persone possibili....
ciao

sergio pasquandrea ha detto...

speriamo...