Quando ero piccolo, al mio paese, le figurine dei calciatori Panini si chiamavano "i poponi". Non ho mai capito perché, e chissà se si dice ancora.
"Fare i poponi", ossia collezionare le figurine, scambiarsele, mercanteggiare, vincerle al gioco, era la principale attività socioeconomica dei vicoli sanseveresi: "che li fai, i poponi?" era una delle domande più frequenti che ti potevi sentir rivolgere se incrociavi un tuo coetaneo seduto sulle scale di casa, in uno di quegli interminabili pomeriggi estivi dei primi anni Ottanta.
L'altra, ovviamente, era di fare a cazzotti, per stabilire le gerarchie.
Io non facevo i poponi e non sono mai stato capace di far male a una mosca.
Praticamente, un emarginato.
sulla Lettura
5 ore fa
6 commenti:
beh, quella volta nell 1988, quando volevo assaggiare la tua cotoletta, sembrava mi volessi far fuori
mosca
PS: stavo scherzando, naturalmente. non conosco nemmeno Serghiej.
ma quella volta a New York ?....che avete messo uno straccio nel muro per non farmi girare per la vostra stanza...
sono sopravvissuto per miracolo !
psps: ma essere al margine può anche significare avere un buon punto d'osservazione.
Chiunque scrive sta al margine. Scrivere è desiderare una vita che non si possiede.
questo vale anche per la pittura e per l'arte in genere, credo.
forse ti può interessare cosa su questo tema ha detto Gipi di cui hai parlato con tanto entusiasmo. ho trovato per caso questa intervista in inglese. spiega anche cosa ci fanno quei pirati in LMVDM.
"There is always a character who is dumber than the others. This is me. It’s Julien (Giuliano) in Notes for a War Story and Julien again in Garage Band. I’m the dumbest character, the one who observes, who acts a little less than the others do ".
tutta intervista sta qui:
http://www.wordswithoutborders.org/?lab=GipiRudickInterview
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