Ho cercato su internet e mi accorgo di essermi sbagliato.
"Alexanderplatz" non è del 1989, ma di sette anni prima, del 1982, incisa su un disco che si chiama "Milva e dintorni".
Nel 1989 Battiato la ricantò sul disco "Giubbe Rosse". Questa è la versione di Battiato (secondo me inferiore a quella di Milva).
Probabilmente è ispirata al romanzo "Berlin Alexanderplatz" di A. Döblin, del 1929, oppure all'omonimo sceneggiato televisivo che R. W. Fassbinder ne trasse nel 1980.
Il brano è in realtà il rifacimento di una canzone del 1979, firmata da Battiato con Alfredo Cohen, un cantante e attore attivo a fine anni '70-primi anni '80.
Ho persino trovato l'originale, che si chiama "Valery". Onestamente lo trovo alquanto bruttino, nonché incredibilmente prolisso.
Tanto per curiosità, questa è "Valery" cantata da Cohen.
Ma la cosa interessante, per me, è che quando "Alexanderplatz" uscì non avevo quattordici anni, ma sette.
Questo significa che deve davvero far parte dei miei ricordi più antichi.
Trovo sempre affascinante, e allo stesso tempo inquietante, quando riesco a far riemergere frammenti di memoria così remoti.
Un po’ di mitologia…
4 ore fa
2 commenti:
conoscevo un'altra versione di questa canzone, cantata da Milva più "matura", con la voce/interpretazione più "drammatica".. forse dello stesso periodo in cui ha cantato Brecht ma non ho idea quando l'ho sentita.
questa canzone sembra comunque scritta pel lei
dunque i testi di Battiato sono così interessanti..
Sì, in effetti Battiato ha spesso testi molto interessanti.
A me non piace molto, soprattutto mi sta antipatico come personaggio e trovo che negli ultimi anni sia diventato insopportabilmente pretensioso, ma devo ammettere che molte sue cose sono fatte veramente bene.
Oltretutto, cominciò con musica d'avanguardia, molto complessa e cerebrale, prima di lanciarsi nel pop ironico/postmoderno/dadaista dei primi anni '80.
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