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ancora sulla guerra
Achille agli Inferi
Ammazzare è un lavoro da bestie. Lo so bene
io. Chi mi acceca in un gesto perfetto
non sa lo schifo del sangue, lo schianto delle costole,
l’affondo delle viscere.
Ero io che macellavo.
Uno ne ricordo ancora, l’inguine giovane e liscio
non l’ho ucciso bene
la morte trascorreva sul suo corpo come una carezza oscena.
A casa di mio padre
ho lasciato apposta una cicatrice sull’olivo più vecchio
ho sepolto un ciondolo sotto il muro dell’orto.
In questa pianura senza stagioni
a volte i ricordi mi assalgono come cagne infoiate.
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