giovedì 11 dicembre 2008

continuità, paternità


Niente come il diventare padre ti dà il senso della continuità.

Fin quando si è giovani – o comunque, fin quando si ha la responsabilità solo di se stessi, che è più o meno la stessa cosa – ci si rappresenta come il segmento di una semiretta che parte dalla propria nascita e punta verso il futuro. Non si pensa mai a se stessi come punto medio, o peggio ancora come termine di un processo.

Avere un figlio ti mette davanti alla necessità di trasmettere qualcosa: o, come si dice comunemente, educare. Trasmettere che cosa? Come? Questo è il problema. Ma soprattutto ci si rende conto di quanta parte di se stessi derivi da ciò che è stato prima, di come si tenda sempre a replicare stampi preesistenti, insomma di quanto si sia incastonati in un continuum che c'era prima di noi e che proseguirà dopo.

Edipo insegna che, se si uccide il padre, è sempre per poi prenderne il posto.

1 commento:

Liberty Alex ha detto...

molto interessante,l'unica cosa su cui non avevo riflettuto è che l'uccisione del padre provoca il sostituirsi a lui......eppure io,pur essendo ancora giovane,mi capita spesso di percepirmi come nel mezzo di quel segmento,però solo a brevi tratti,molto superficiali...accade con mia sorella,che è più giovane di me:a volte un discoso fatto con lei mi dà la sensazione di stare trasmettendo qualcosa,e fa uno strano effetto accorgersi,dopo,che qualcosa lei l'ha imparata da quello che io le ho detto,perchè ritorna su quel punto,dimostra di applicare quella mia specie di legge...ma io ho fatto il tutto un po' in modo disinteressato,un po' pensando alla responsabilità che c'è dietro,senza mai però avere il coraggio di prendere la cosa sul serio...ma spesso imparo anch'io da mia sorella:chissà com'è il rapporto fra noi....fors siamo linee convergenti,andiamo verso una drezione pertendo dalla stessa origine....e,di tanto in tanto,ci incontriamo....