venerdì 24 ottobre 2008

lui dorme tranquillo


Quando Cossiga fu eletto Presidente della Repubblica, nel 1985, io avevo dieci anni. Troppo pochi per ricordare gli anni Settanta, i blindati in piazza contro gli studenti, KoSSiga boia, l'assassinio di Giorgiana Masi, il rapimento e la morte di Moro, le polemiche per il favoreggiamento a Donat Cattin.
Ricordo solo la figura scialba, spenta, democristianamente cinerea, la voce adenoidale. Alla fine del settennato, le “esternazioni” e le “picconate” parvero, a me quindici-sedicenne, una pittoresca pirotecnia di demenza senile.
Oggi Cossiga mi appare come una delle figure più sinistre di quella stagione nera. Uno con, sulla coscienza, non soltanto parecchi cadaveri, ma soprattutto i silenzi, gli occultamenti, il fango delle trame segrete, delle ambigue complicità, dell'omertà, del doppio gioco. Certamente dorme tranquillo, sicuro di aver agito sempre per il bene dello Stato.
Chi lo sa, forse ha ragione lui.
Però a me fa paura.

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