Il mio "Sono un deserto" (Lietocolle, 2019), per il quale sono stato ingeneroso patrigno, non avendolo mai promosso né presentato, si è nondimento classificato secondo al premio di poesia "Umbertide XXV aprile".
Qui l'annuncio dei vincitori.
venerdì 24 aprile 2020
sabato 18 aprile 2020
poesia da ascoltare
Nel 2010, uscì la mia prima plaquette. Si intitolava Topografia della solitudine. Diario newyorkese ed era la trascrizione in versi e prosa di un viaggio a New York di sei anni prima. Era compreso in un volume collettaneo edito dalle edizioni Fara.
Il libro ha avuto nuova vita un paio d’anni fa, quando al sempre benemerito Vitantonio Lillo-Tarì de Saavedra, titolare delle edizioni Pietre Vive di Locorotondo, riuscì il colpaccio di accalappiare come lettore nientemeno che David Riondino. Ne venne fuori un audiolibro con le musiche originali di Michele Marzulli.
Ora Pietre Vive mette l’audiolibro a disposizione gratuita su YouTube. Cliccate qui per ascoltarlo, se volete e se vi fa piacere. Dura una mezz’oretta scarsa e spero possa farvi un po’ di compagnia durante la quarantena.
[P.S.: il disegno di copertina, che vedete riprodotto qui sopra, è mio.]
giovedì 9 aprile 2020
diario della quarantena
Non so se l'esperienza è condivisa anche da altri colleghi, ma per quanto mi riguarda, se già prima ero lento (vergognosamente lento) nel correggere i compiti, adesso con la DaDattica i miei tempi si sono raddoppiati o triplicati.
Termino ora il quarto pacco di compiti e domani comincio il quinto, consegnatomi ben 19 giorni fa e ancora intonso.
(Parlo di "pacco" e di "intonso" come se fossero i plichi di fogli protocollo, diligentemente piegati per il lungo, che mi portavo dietro nella borsa; ovviamente si tratta di file word e pdf in una cartella del mio computer).
Ah, a proposito: capita solo a me, o anche voi in questi giorni non riuscite a trovare la concentrazione per leggere? Sono inchiodato sugli stessi 3 libri da un mese, e per me si tratta di un record negativo, visto che di solito 3 libri mediamente me li spolpo in una decina o quindicina di giorni al massimo.
Per il resto tutto bene. Ho appena fatto una mezz'oretta di ginnastica in giardino. L'aria odora di primavera (brezza tiepida, pollini, foglie nuove). Cinque boccioli della magnolia si sono aperti e il sesto è in procinto.
Manca il brusio della gente, il frastuono lontano delle auto sulla superstrada.
Manca il brusio della gente, il frastuono lontano delle auto sulla superstrada.
Ripenso alle Pasque della mia infanzia: finestre aperte, il sole che entra nelle stanze, campane a festa. Il solito ragù e il solito vassoio di paste domenicali, arricchiti però dalle uova di cioccolato, da un antipasto, dallo spezzatino di agnello con uova e cardi.
Non conto più i giorni. Dev'essere giovedì santo. Domani non farò i Sepolcri, ma quelli non li faccio più da decenni.
I vicini parlano di torte di Pasqua con salsiccia e capocollo (che io detesto, ma tant'è). Ci si sente con i parenti, più o meno. Ogni tanto anche con gli amici. Qualcuno scrive, qualcuno non risponde.
Via, torno a correggere compiti.
venerdì 3 aprile 2020
poesia letta e detta
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