giovedì 5 ottobre 2017

tre traduzioni da Charles Simic

In biblioteca
(per Octavio)


C'è un libro che si chiama
“Dizionario degli Angeli”.
Non lo apre nessuno da cinquant'anni,
lo so, perché quando l'ho fatto io,
la copertina scricchiolava, le pagine
cadevano a pezzi. Lì ho scoperto

che una volta gli angeli abbondavano
un po' come le mosche.
Il cielo al crepuscolo
ne era sempre pieno.
Dovevi agitare le braccia
solo per tenerli lontani.

Ora il sole splende
per le alte finestre.
La biblioteca è un posto tranquillo.
Angeli e dèi accalcati
in libri scuri mai aperti.
Il grande segreto giace
in uno scaffale accanto al quale
Miss Jones passa nei suoi giri quotidiani.

È molto alta, perciò tiene
la testa inclinata come in ascolto.
I libri sussurrano.
Io non sento niente, ma lei sì.

* * *

Contro l'inverno

La verità è più oscura sotto le palpebre.
Che cos'hai intenzione di farci?
Gli uccelli tacciono; nessuno a cui chiedere.
Tutto il giorno sbircerai il cielo grigio.
Quando soffia il vento tremerai come paglia.

Placido agnello, ti fai crescere la lana
finché vengono a cercarti con enormi cesoie.
Mosche volteggiano sulla bocca aperta,
poi anche loro volano via come foglie,
i rami nudi tesi invano verso di loro.

Arriva l'inverno. Come l'ultimo eroico soldato
di un'armata sconfitta, starai al tuo posto,
testa nuda ai primi fiocchi di neve.
Finché un vicino arriva a urlarti,
Charlie, sei più matto tu del clima.

* * *

Hotel Insonnia

Mi piaceva il mio bugigattolo,
con la finestra contro un muro di mattoni.
Alla porta accanto c'era un pianoforte.
Qualche sera al mese
un vecchio storpio veniva a suonare
“My Blue Heaven”.

Ma perlopiù era tranquillo.
Ogni camera col suo ragno infagottato,
che catturava mosche in una tela
di fumo di sigaretta e fantasie.
Tanto scuro
che nel farmi la barba non mi vedevo la faccia.

Alle cinque di mattina, piedi nudi al piano di sopra,
l'indovino “zingaro”,
con la vetrina all'angolo,
andava pisciare dopo una notte d'amore.
Una volta anche i singhiozzi di un bambino.
Talmente vicini, che pensai,
per un momento, di star singhiozzando io.


Charles Simic 
(traduzioni mie)

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