Quanto me nessuno ti ha misurata
le gambe tese fino all'anca
sedevi scalza sugli sterpi
con l'odore fuggito nel sale
(a volte la memoria ha uno scarto
non so più fermarti a mezz'aria
la luce dissipata tra le labbra
e questa è fedeltà di infermo)
torniamo ai luoghi più lontani
dove eri tiepida e assonnata
la guancia spenta sulle pagine.
Su “L’Atalante” di Stefano Raimondi
12 ore fa
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