Viene alla macchinetta sorridendo
prende il suo caffè
e sempre sorridendo va via
rivolgendomi all'andata e al ritorno
un saluto. Su di lui misuro
l'ortogonalità della mia schiena
su di lui che avanza
sbilenco a sinistra e per parlare
deve inalare ossigeno
ad alta pressione
su di lui metto in scala
il mio minimo dolore passeggero
il mio passaggio di un'ora e mezza
nel corridoio bianco.
Su “L’Atalante” di Stefano Raimondi
1 giorno fa
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