giovedì 20 marzo 2014

tanto non ci fa caso




D. accompagna Lorenzo alla materna, come tutte le mattine.
Ancor prima di entrare, sente una voce che strilla. Nell'atrio, c'è una mamma che strattona un bambino e gli urla: "Tu te devi svejà, hai capito? Te devi svejà! C'hai quattro anni, e che diamine!". Il bambino non riusciva ad abbottonarsi il grembiulino da solo. Mentre la mamma lo sgrida, fa quello che fanno spesso i bambini di fronte a una situazione incomprensibile: sorride, sperando che sia tutto un gioco.
La bidella, in attesa, assiste alla scena, senza reagire. D. la guarda, lei scrolla le spalle, come a dire che non è la prima volta che vede simili spettacoli.
Poi la mamma tira fuori dalla borsa una penna e la mette in mano al bimbo. "Questa dalla alla maestra. Alla maestra, hai capito? Non te ne scordare! E non la far cadere!"
Tempo tre secondi e - com'era prevedibile - la penna è a terra.
"Cretino!", urla la mamma, e molla un ceffone al figlio. Un ceffone forte, che gli lascia cinque segni rossi sulla guancia. Raccoglie la penna da terra, la porge alla bidella e fa: "Senta, gliela dia lei, sennò qua...". Poi si gira e va via sbattendo la porta, senza degnare il figlio di uno sguardo.
Il bambino piange. Ma non frigna né urla: piange in silenzio, grosse lacrime di vergogna e di umiliazione.
D. continua a guardare la bidella, che prende per mano il bambino e gli accarezza la testa. "Sì, questa è una mamma che fa così, però tanto lui non ci fa caso, vedrà che fra cinque minuti è già in classe a giocare". E lo porta di là.
D. saluta Lorenzo, che corre in classe tutto felice.

4 commenti:

alfredo ha detto...

purtroppo sono scene non rare.

è gente che avrebbe bisogno di fare analisi per sciogliere i nodi irrisolti della propria infanzia,cosa lunga,difficile e dolorosa.

che tristezza !

amanda ha detto...

auguri per un sereno futuro a quel bimbo

sergio pasquandrea ha detto...

anche da parte mia.
ma ci spero poco.

amanda ha detto...

già, a volte si figlia come i conigli