Arianna presidia l'angolo del piazzale
con il suo metro e ottanta da pallavolista
Michela strappa alla sigaretta l'ultimo tiro
mentre Massimo contende a Giorgia il rovo dei capelli.
Leonardo gorgheggia “Bella prof” e Stella
si accorge ancora una volta che è impossibile
contenere la massa inerziale del seno
e ne ride con Lucia – testa rossa contro testa bionda.
Controluce a malapena distinguo
la sagoma di Martina – troppo scarso l'ostacolo
che frappone al sole – alle sue spalle Alberto
disarticola il gesto del saluto.
È ottobre ma fa già freddo
alle sette e tre quarti. Si prova di tutto
il boccone di pizza il caffè cattivo
della macchinetta il finto cazzotto.
In fondo lo sanno anche loro
è sempre o troppo presto o troppo tardi
c'è sempre un passo in più o in meno
una parola che non si fa in tempo a dire.
Ci vorrebbe troppo per spiegare
e anche così sarebbe tutto sbagliato.
nell'immagine: la mia scuola, brutta com'è nella realtà
3 commenti:
bella e perfetta
grazie, Antonio.
ultimamente sto cercando di tornare "back to the basics". semplificare, eliminare tutti gli orpelli.
vedremo che cosa ne verrà fuori.
la poesia è bella e loro sono belli
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