domenica 6 ottobre 2013

dove hai dormito stanotte?



Quando si tratta di blues, sono di gusti difficili.
Innanzi tutto, dev'essere nero (sorry Mr. Mayall, sorry Mr. Clapton).
Poi dev'essere acustico; posso sopportare Muddy Waters o John Lee Hooker, ma già B. B. King è al di là del mio orizzonte.
Poi, più è arcaico e down home, meglio è. Del blues, amo la potenza ruvida, primordiale, incontaminata.
Uno dei miei miti personali è Huddie William Ledbetter, in arte Leadbelly. Una forza della natura, qualunque cosa canti.
Questa è una delle tante versioni di un traditional noto anche come “Black Girl” o “In the Pines”. Leadbelly gli conferisce quel senso di agghiacciata, e allo stesso tempo straniata solitudine che, per me, è l'essenza del blues.
Altre versioni/variazioni le trovate qui, qui, qui e qui.



Ragazza nera, ragazza nera, non mentirmi,
Dimmi dove hai dormito stanotte.
Tra i pini, tra i pini, dove il sole non splende mai
Rabbrividirò per tutta la notte.

Ragazza nera, ragazza nera, dove andrai?
Vado dove soffia il vento freddo.
Tra i pini, tra i pini, dove il sole non splende mai
Rabbrividirò per tutta la notte.

Ragazza nera, ragazza nera, non mentirmi,
Dimmi dove hai dormito stanotte.
Tra i pini, dove il sole non splende mai
Rabbrividirò per tutta la notte.

Mio marito era un uomo della ferrovia,
Ucciso a un miglio e mezzo da qui.
La sua testa fu trovata in una ruota di locomotiva
E il suo corpo non è ancora stato trovato.

Ragazza nera, ragazza nera, dove andrai?
Vado dove soffia il vento freddo.
Mi hai chiamato a piangere e mi hai chiamato a lamentarmi,
Mi hai chiamato a lasciare la mia casa.



P.S.: sì, lo so che strutturalmente questo non è un blues, 
che non ci sono i soliti tre accordi eccetera eccetera. 
Ma il blues è ben più che un giro d'accordi.

3 commenti:

Alfredo ha detto...

sergio,credo tu sia la persona giusta cui porre una domanda che mi frulla per la testa da un po di tempo.

quali sono,se ci sono,le affinità tra il blues arcaico di origini afroamericane e un cantastorie come matteo salvatore ?



sergio pasquandrea ha detto...

"affinità", dal punto di vista strettamente storico-musicale, poche o nessuna, nel senso che dubito che Matteo Salvatore avesse mai ascoltato il blues (anche se non si sa mai).

diciamo che entrambi, Salvatore e un cantante di blues del Mississippi, rappresentano una figura sociale simile, nel senso che provengono da culture subalterne rispetto a una cultura dominante (gli afroamericani nel Sud degli Stati Uniti, i braccianti del nostro Sud più povero), in gran parte basate sulla trasmissione orale della conoscenza.
ed entrambi si rifanno a un largo bacino di tradizioni folkloriche, da cui attingono e che poi rielaborano.
sono costanti antropologiche che si ripropongono, per così dire.
(e, ovviamente, entrambi rappresentano forme di cultura che ormai non esistono più, spazzate via dalla globalizzazione).

fra l'altro, non so se lo sai, ma nella sua biografia ("La luna aggira il mondo e voi dormite", Nuovi Equilibri 2002, a cura di A. Cavallo) Matteo Salvatore racconta che, quando incise i primi dischi, gli chiedevano "canti popolari" e lui se li inventava di sana pianta, facendoli passare per "autentici".

sul blues, ti consiglio l'illuminante testo di Vincenzo Martorella ("Il blues", Einaudi 2009).

Alfredo ha detto...

si,ho letto entrambi i testi che hai citato.

a proposito del suo vezzo di far passare per "canti popolari" canzoni inventate di sana pianta,ho trovato una ristampa in cd della harmonia mundi di "Lamenti di Mendicanti" del 2005 che ancora riporta, nel pieghevole,i brani come risalenti alla tradizione popolare pugliese del XIII° secolo :-)

grazie