sabato 23 marzo 2013

passi da gigante



Non mi piace lo sport. Per niente.
Non mi piace praticarlo, né tantomeno guardarlo. Sono troppo individualista per apprezzare i giochi di squadra, e del resto mi ripugna il concetto stesso di agonismo, l'idea di dover sconfiggere gli altri per affermare il proprio valore. Io, istintivamente, sto sempre dalla parte di chi perde.
Eppure mi ha colpito la scomparsa di Mennea, non so nemmeno io perché. Forse perché il mio primo ricordo di lui è un ritaglio di giornale con la cronaca di una sua gara, credo del periodo quando riprese a correre dopo una pausa, e c'era lui che dichiarava “se... (non ricordo più cosa) sono fottuto”. Era la prima volta che vedevo scritto “fottuto”, anzi, forse la prima volta in assoluto che mi imbattevo nella parola.
Ripenso a questo meridionale, figlio di un sarto di Barletta, con una zazzera di ricci neri, la faccia ossuta, piccolo, mingherlino, con la maglietta e i pantaloncini che gli spenzolavano addosso (niente a che vedere con la stuatuarietà bronzea di un Carl Lewis o con le impressionanti masse muscolari di un Ben Johnson, per non parlare dei divi mediatici stile Usain Bolt). Uno che mente gareggiava si laureava in Scienze Politiche, e poi anche in Giurisprudenza, Scienze Motorie e Lettere. Uno ispido, scorbutico, poco incline ai compromessi. Che se n'è andato senza dir niente a nessuno: quando doveva fare le terapie, ai suoi amici raccontava che andava in ospedale a trovare un parente.
Riguardo i filmati con lui che scatta dai blocchi di partenza, prima lento, poi sempre più veloce, fino a tagliare il traguardo con dietro un vuoto di cinque o dieci metri. Il record sui duecento che regge per quasi vent'anni. Ripenso a quel che diceva ieri un suo collega: che per lui lo sport era disciplina interiore, prima ancora che ricerca della vittoria.
E penso che, ecco, questa può essere un'idea accettabile di sport. E forse, una volta tanto, si può anche dire che si è orgogliosi di essere italiani, e persino di essere meridionali.

2 commenti:

amanda ha detto...

certo pensando a Mennea (come a Sara Simeoni) penso a disciplina interiore

lillo ha detto...

mi sa che è proprio quella oramai che manca, a tutti, la disciplina interiore. per questo sentiamo la mancanza di uomini così, perché ci manca quel qualcosa che abbiamo perduto per strada e ora non sappiamo rialzarci...