Per un musicista italiano, ci sono tre approcci seri a Sanremo:
1) ignorarlo, come ha sempre fatto, ad esempio, De Gregori;
2) sbattergli in faccia il suo vuoto, ma allegramente, warholianamente, gettandosi a pesce nella bagarre, come fanno da anni gli Elii;
3) usarlo come vettore di contenuti altri, al di là del posizionamento o no in classifica, come hanno fatto quest'anno Silvestri o Gazzè (quanti, ascoltando l'orecchiabile motivetto di "Sotto casa", si sono resi conto del testo aspramente sarcastico?).
Il resto è Modà, Mengoni, Annalisa, e nullità assortite.
7 commenti:
a me sono piaciuti tutti e 3 Eli, Silvestri e Gazzè (un po' meno il suo occhio di vetro un cincinin inquietante :))
Io non sopporto Elio e le Storie Tese, nè l'atteggiamento o l'approccio nè la canzone. Silvestri mi faceva scendere il latte, Gazzè era simpatico. Malika Ayane la salvo per la voce stupenda ma la prossima volta deve cambiare pusher (autore delle sue canzoni. Il mejo, comunque, è stato Antonio Maggio e Marta sui Tubi
la Ayane, più che altro, deve decidersi: o canta in italiano, e allora lo pronunci come si deve; oppure, che canti in inglese, direttamente.
E Cristicchi?
Grazie,
Sara
Cristicchi mi sta simpatico, ma non ho ancora inquadrato la reale statura del personaggio.
Oltretutto, Rodolfo, non ho sentito Maggio e ho ascoltato solo di sfuggita Marta Sui Tubi.
Recupererò.
la canzone degli elii è un plagio di " nella vecchia fattoria"
la vecchia fattoria è su una nota sola?
Posta un commento