martedì 10 gennaio 2012

dilemmi amorosi


Il cuore mi è scappato. Come al solito
sarà da Teotimo (già, è lì che si rifugia).
Che guaio, se non gli avessi intimato
di non lasciarlo entrare, quel fuggiasco, di scacciarlo.
Ora vado a riprenderlo. Ma ho paura
di rimanere io stesso prigioniero. Che fare?
Venere, aiutami!

* * *

Aufugit mi animus; credo, ut solet, ad Theotimum
devenit. Sic est, perfugium illud habet.
Quid, si non interdixem, ne illunc fugitivum
mitteret ad se intro, sed magis eiceret?
Ibimus quaesitum. Verum, ne ipsi teneamur
formido. Quid ago? Da, Venus, consilium.


(Quinto Lutazio Catulo, II-I sec. a.C. - traduzione mia)

6 commenti:

amanda ha detto...

Quella non aiuta mai, e se aiuta, lo fa chiudendo i cancelli dopo che i buoi sono scappati non c'è rimedio

sergio pasquandrea ha detto...

ci sono occasioni in cui uno desidera rimanere in trappola

amanda ha detto...

se è vero

hzkk ha detto...

questi poeti latini sembrano più moderni di tanti contemporanei

lillo ha detto...

catullo è sempre catullo :)

sergio pasquandrea ha detto...

questo però è Quinto Lutazio Catulo, un quasi-omonimo un po' più anziano di lui (e considerato tra i pre-neoterici).