domenica 9 ottobre 2011

recensioni in (micro-)pillole: 118-130

Lo so, da qualche mese il blog viaggia a basso regime: tante citazioni, qualche poesiola, qualche notizia rubata da internet, video pescati su YouTube, un "lampo" ogni tanto. Ringrazio i miei fedelissimi, che continuano a seguirmi, e mi scuso ufficialmente: ma è un periodo pieno di impegni, pensieri, scritture e letture, insomma qualcosa deve pur passare in secondo piano e questa cosa, attualmente, è il blog.
Fra l'altro, mi sono accorto che la mia ultima recensione risale al 13 giugno scorso. Un bel po' di tempo. Anche perché, nel frattempo, ho letto un bel po' di roba. Posso darvene solo un assaggio, sperando che sia abbastanza per invogliarvi. Oggi la prima parte, domani la seconda.


Ippolito Nievo, Le confessioni d'un italiano (Oscar Mondadori 2005, 1216 pp., € 17)

Se Nievo ne avesse scritto solo la prima metà, sarebbe un serio candidato al titolo di più bel romanzo italiano del XIX secolo: per la penetrazione psicologica, l'ironia, l'intelligenza, per lo stile sapientemente antimanzoniano, e non ultimo per una forte carica di sensualità, del tutto eccezionale nel nostro castigatissimo Ottocento. Doti che (in parte) si perdono nella seconda metà, soffocate da un certo tono da feuilleton e da un po' di retorica risorgimentale.
Così com'è, è un (quasi) capolavoro, che va assolutamente riscoperto.





J. K. Rowlings, Harry Potter e la pietra filosofale (Salani 2011, 302 pp., € 9)

Okay, prima di tutto: l'ho trovato al supermercato. La fascetta diceva: nuova edizione riveduta (da Stefano Bartezzaghi). Beh, ci sono rimasti un bel po' di refusi.
Comunque: molto meglio del film che ne è stato tratto (ma ci voleva poco), parecchio peggio di quel che si sente in giro. Interessante l'idea di trasferire maghi e incantesimi nel contesto di un classico college inglese, ma poi il libro manca (o, almeno, nel mio caso ha mancato) quello che dovrebbe essere il suo obiettivo fondamentale: la meraviglia, lo stupore, la suspense. Insomma: la magia.
Grigiastro.




Gianni Rodari, Libri d'oggi per ragazzi d'oggi (Il Melangolo 2000, 70 pp., € 6,20)

I ragazzi d'oggi (l'oggi di allora, ma anche l'oggi di oggi) leggono meno? Ma sarà vero? E, comunque, perché? Di chi è la colpa? Chi è che fa odiare i libri?
Pedagogia d'avanguardia, datata 1967. Altri tempi. Purtroppo.





Francesco Bearzatti Tinissima Quartet, Suite for Malcolm, con le illustrazioni di F. Chiacchio (Luciano Vanni Editore 2011, pagine non num., € 20)

"Suite for Malcolm" di Francesco Bearzatti è stato probabilmente il più bel disco jazz italiano del 2010. Questo lussuoso volume raccoglie le note di copertina, commenti dei musicisti e le splendide illustrazioni (inchiostri su acetato) di Francesco Chiacchio, che dal vivo accompagnano l'esecuzione della suite.





Richard Cook, Blue Note Records. La biografia (minimum fax 2011, 299 pp., € 16,50)

Biografia di un mito. "Blue Note", per un appassionato di jazz, significa un sacco di cose che non posso riassumere qui. Significa soprattutto un insieme di elementi che vanno a comporsi nella leggenda: nomi, personaggi, titoli, musiche, grafica, suono. Richard Cook racconta come quel mito nacque e crebbe.





Gianni Rodari, Prime fiabe e filastrocche (Einaudi Ragazzi 2011, 89 pp., € 9,50)

Letteratura per l'infanzia? Yes, of course. E, a proposito, potremmo per cortesia smetterla di usare quest'espressione in senso (più o meno sottilmente) denigratorio?






Ermann Krumm, Respiro
(Mondadori - Lo Specchio 2005, 130 pp., € 9,40)

L'ultimo libro di Krumm, poeta e critico d'arte, scomparso nel 2008. Scrittura sottile, misurata, preziosa, ricca di pensiero. "Linea lombarda", se qualcuno ha proprio bisogno di formule.






(a cura di) Michel Foucault, Io, Pierre Rivière avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello... Un caso di parricidio nel XIX secolo (Corriere della Sera 2011, € 9,90)

Lo confesso: ho un'insana attrazione per il Grand-Guignol, le psicologie deviate, i casi estremi. Ognuno ne tragga le conclusioni che preferisce.
Qui, Foucault e un gruppo di allievi disseppelliscono dagli archivi il caso di un contadino parricida, nella Francia del 1835. Numerose voci (i giudici, gli avvocati, i medici legali, gli psichiatri, i giornalisti, lo stesso Rivière che scrive un lucidissimo e visionario memoriale del proprio delitto) si intrecciano a formare il ritratto di un uomo e di una società.




Enrico Rava, Incontri con musicisti straordinari. La storia del mio jazz (Feltrinelli 2011, 252 pp., € 16)

Enrico Rava, c'è chi lo idolatra e chi lo detesta. Però una cosa è certa: quest'uomo si è sempre trovato al posto giusto nel momento giusto. La Roma della dolce vita e della prima scena free, la Swingin' London, la New York dei loft, l'Argentina di fine anni Sessanta... Dopo la biografia "Note necessarie" (minimum fax 2004), scritta insieme ad Alberto Riva, qui è lo stesso trombettista a prendere la parola in prima persona, offrendoci uno sguardo dall'interno su quarant'anni di jazz, ricco di verve e ironia.





Walter Cremonte, Respingimenti (Lietocolle 2011, 33 pp., € 10)

Walter Cremonte vive a Perugia, e io non lo conoscevo nemmeno. Mea culpa. Questa brevissima plaquette è una riflessione limpida e ferma su quella fetta di umanità che vorremmo (invano) respingere fuori dal nostro campo visivo.








Valerio Magrelli, Che cos'è la poesia? (Sossella 2007, 30 pp. + cd, € 14)

Devo ammetterlo: a spingermi a comprarlo, è stato soprattutto il sottotitolo, "La poesia raccontata ai ragazzi in ventuno voci". Speravo, in soldoni, che potesse esseremi utile per la scuola.
Ora, non so che "ragazzi" avesse in mente Magrelli, ma i miei, di questo coltissimo abbecedario poetico (da "autore" a"calligramma", da "dramatis persona" a "barbarismo", da "quaesitio" a "paronomasia"), ci capirebbero poco o nulla.
Rimane comunque una lettura intelligente, spesso ironica, non di rado provocatoria, anche se in generale - come del resto tutta la poesia di Magrelli - un po' freddina. Più testa che cuore. Però, basta saperlo.
Al libro è allegato un cd in cui Magrelli legge il testo integrale, dal vivo all'Auditorium di Roma, con brevi stacchetti musicali di Carlo Boccadoro.
(Certo, quattordici euri per trenta pagine di testo e un cd di un'ora, che, praticamente, le riproduce, sono un po' tantini. Non molto poetico, forse, ma va detto.)



Ashley Kahn, The house that Trane built. La storia della Impulse Records (Il saggiatore 2006, 340 pp., € 35)

Per qualunque appassionato di jazz, arancione più nero equivale a "Impulse!". E "Impulse!" equivale a dischi entrati nella leggenda. Uno per tutti? "A Love Supreme" di Coltrane. E se non lo conoscete, compratevelo e basta, io non vi dico altro. (E magari date una spulciata al catalogo Impulse! per rifarvi gli occhi...).
Ashley Kahn ripercorre la storia dell'etichetta in un'ampia retrospettiva, corredata da foto (in bianco e nero), schede monografiche su alcuni dei dischi più importanti e una discografia finale (in cui purtroppo ci sono titoli e brani, ma mancano i musicisti: lacuna non da poco).
Giusto un appunto da nerd, ma neanche tanto: non è che sarebbe il caso di far tradurre i libri sul jazz da gente che conosce il jazz, ed eviti almeno gli errori di traduzione più grossolani? Chiedo troppo? Mi sa di sì, mannaggia.




Eva Cantarella, Passato prossimo. Donne romane da Tacita a Sulpicia, Feltrinelli 2010 (prima ed. 1996) (187 pp., € 7,50)

Eroine, regine, dee, matrone, prostitute, vedove, figlie, donne facili, donne-avvocato, donne-poetesse. Una rassegna di figure che, tra mito e storia, aiutano a fare un po' di luce sulla condizione della donna romana, dall'età arcaica al periodo augusteo. Lettura colta e piacevole.

2 commenti:

Marco Bertoli ha detto...

non è che sarebbe il caso di far tradurre i libri sul jazz da gente che conosce il jazz, ed eviti almeno gli errori di traduzione più grossolani? Chiedo troppo?

No, chiedi il minimo. Spero che la querela non si estenda anche al libro sulla Blue Note, recensito poco sopra.

sergio pasquandrea ha detto...

No, ovviamente...
Direi anzi che i libri della minimum fax sono tra i pochi che vantino traduzioni curate e competenti. Purtroppo, mi capita spesso di leggere libri tradotti talmente male che quasi quasi era meglio lasciarli in inglese.