Mia suocera lo chiama il refugium peccatorum.
E' quel cassetto, o quell'angolo dell'armadio, insomma quello spazio della casa, dove si accumula la roba che, sì, ci serve, o ci servirà, o ci dovrebbe servire, ma non ora. Ce l'abbiamo tutti, da qualche parte, ammettiamolo.
Uno dei miei refugia peccatorum è uno scaffale della libreria, uno scaffale basso, a livello pavimento, dove vanno a depositarsi i dischi che un giorno ascolterò di sicuro, ma non oggi. Si tratta di cose comprate, o trovate in allegato alle riviste di musica, o ricevute dalle case discografiche, o spedite direttamente dai musicisti (a volte, duole dirlo, persino amici) con la promessa di ascoltarli "quanto prima, appena avrò un attimo", o magari (ahimé) avute in regalo. Alcuni li ho sentiti una volta o due, distrattamente, e poi messi da parte in attesa di tempi migliori, altri sono stati aperti e guardati, altri ancora hanno il cellophane ancora intonso.
Tempo fa mi ci è caduto l'occhio e ho visto che il mucchio era cresciuto, molto più di quanto mi aspettassi. Allora ci ho messo mano, e mi sono reso conto che alcuni erano lì anche da due, tre, quattro anni.
Poi li ho contati e sono arrivato alla notevole cifra di settantuno. Settantuno orfanelli in attesa. Vabbè, alla fin fine non sono moltissimi, ma va anche considerato che questi sono solo quelli che non ho ascoltato, ma ho messo da parte. Ce ne sono tantissimi altri (quanti? preferisco non saperlo) che non ho ascoltato e basta, che sono finiti esiliati in mezzo ai fratellini maggiori, ascoltati e riascoltati fino a saperli a memoria.
Allora mi si è precisata una sensazione che avevo da tempo: ossia, che la musica non occupasse più, nella mia vita, il posto che occupava un tempo, quando ascoltavo in maniera quasi compulsiva. Forse c'entra il fatto che, ormai, il 90% dei miei ascolti sono di tipo professionale, finalizzati a recensioni, articoli o produzioni di altro tipo.
Però, certo, è un po' triste.
Per i curiosi, il catalogo è questo. Sono divisi per generi, ma poi l'ordine è rigorosamente casuale.
E' quel cassetto, o quell'angolo dell'armadio, insomma quello spazio della casa, dove si accumula la roba che, sì, ci serve, o ci servirà, o ci dovrebbe servire, ma non ora. Ce l'abbiamo tutti, da qualche parte, ammettiamolo.
Uno dei miei refugia peccatorum è uno scaffale della libreria, uno scaffale basso, a livello pavimento, dove vanno a depositarsi i dischi che un giorno ascolterò di sicuro, ma non oggi. Si tratta di cose comprate, o trovate in allegato alle riviste di musica, o ricevute dalle case discografiche, o spedite direttamente dai musicisti (a volte, duole dirlo, persino amici) con la promessa di ascoltarli "quanto prima, appena avrò un attimo", o magari (ahimé) avute in regalo. Alcuni li ho sentiti una volta o due, distrattamente, e poi messi da parte in attesa di tempi migliori, altri sono stati aperti e guardati, altri ancora hanno il cellophane ancora intonso.
Tempo fa mi ci è caduto l'occhio e ho visto che il mucchio era cresciuto, molto più di quanto mi aspettassi. Allora ci ho messo mano, e mi sono reso conto che alcuni erano lì anche da due, tre, quattro anni.
Poi li ho contati e sono arrivato alla notevole cifra di settantuno. Settantuno orfanelli in attesa. Vabbè, alla fin fine non sono moltissimi, ma va anche considerato che questi sono solo quelli che non ho ascoltato, ma ho messo da parte. Ce ne sono tantissimi altri (quanti? preferisco non saperlo) che non ho ascoltato e basta, che sono finiti esiliati in mezzo ai fratellini maggiori, ascoltati e riascoltati fino a saperli a memoria.
Allora mi si è precisata una sensazione che avevo da tempo: ossia, che la musica non occupasse più, nella mia vita, il posto che occupava un tempo, quando ascoltavo in maniera quasi compulsiva. Forse c'entra il fatto che, ormai, il 90% dei miei ascolti sono di tipo professionale, finalizzati a recensioni, articoli o produzioni di altro tipo.
Però, certo, è un po' triste.
Per i curiosi, il catalogo è questo. Sono divisi per generi, ma poi l'ordine è rigorosamente casuale.
JAZZ
Coltrane Legacy (allegato a Musica Jazz)
New York Art Quartet, (omonimo)
Jazz & Beat Generation (allegato a Musica Jazz)
Eric Dolphy, Far Cry
Eric Dolphy, Outward Bound
Ella Fitzgerald, Ella in Berlin
Niccolò Faraci, Tokyo 2674
Greg Burk / Vicente Lebron, Unduality
Greg Burk, Many Worlds
Bob Moses / Greg burk, Ecstatic Weanderings
The AACM Great Black Music Ensemble at Umbria Jazz 2009 (allegato a Musica Jazz)
Ornette Coleman Quintet with Don Cherry & Paul Bley, Complete Live at the Hillcrest Club
Dino Saluzzi, Kultrum
Jan Garbarek, I Took Up The Runes
Horace Silver, The Golden Years (allegato a Musica Jazz)
The Magnificent Thad Jones
Stefano Bollani, Autoscatto (allegato a Musica Jazz)
Basso & Valdambrini, Blues for Gassman
Chick Corea, Children's Song
Nils Landgren Funk Unit, Funk for Life
Basso & Valdambrini, Parlami d'amore Mariù
Poll Winners (allegato a Musica Jazz)
Lee Morgan & Benny Golson (allegato a Musica Jazz)
Paolo Conte Plays Jazz
Nina Simone, Jazz as played in an exclusive side street club
Tomasz Stanko, Balladyna
1959: L'anno che cambiò il jazz (allegato a Musica Jazz)
Paul Motian, Conception Vessel
Bobo Stenson Trio, Serenity
Bill Frisell, Rambler
Rava, Noir
Francesco Cafiso, 4 out
Cafiso/Rubino, Travel dialogues
Bill Evans, The complete Village Vanguard Recordings, 1961
Charlie Parker, Bird in Time 1940-1947. Selected recording and rare interviews
Giovanni Guidi, We don't live here anymore
Anthony Williams, Spring
Larry Young, Unity
Angelo Lazzeri, Pipelettes
Andrea Rossi Andrea, ¿A cuántas paradas de aquí? (DVD)
Cipriano/Marangelo/Orefice, Le note richiamano versi
DISCHI “JAZZ ITALIANO LIVE 2007” (La Repubblica-L'Espresso)
Gianluigi Trovesi (special guest Enrico Rava)
Maurizio Giammarco (special guest Bill Stewart)
Roberto Gatto
Fabrizio Bosso
DISCHI ALLEGATI A JAZZIT
Buck Clayton
Earl Hines
Don Redman
Artie Shaw
Clyde Hart
Jelly Roll Morton
Harry Warren
Billie Holiday & Lester Young
Benny Goodman
Blue Cuscuna
CLASSICA
Schumann, Sonate e romanze per violino e pianoforte
Chopin, Ballades et Nocturnes (Cortot)
Schoenberg, A Survivor form Warsaw, Prelude to Genesis, Dreimal Tausend Jahre, Psalm 130, Ode to Napoleon Bonaparte, Concerto for violin op. 36
Elizabethan Songs and Consort Music
ROCK, POP, BLACK MUSIC, MUSICA LEGGERA
Pino Daniele, Live @ RTSI, 26 marzo 1983 (DVD)
Steely Dan, Can't buy a thrill / The royal scam
James Brown, Live at the Apollo / Soul on top
Bruce Springsteen, Born to run
The Beatles, Abbey Road
ETNICA
The very best of éthiopiques
Amadou & Mariam, Dimanche à Bamako
Éthiopiques, vol. 4
BRASILE
Milton Nascimento/Lô Borges, Clube da Esquina
Chico Buarque, Construção
6 commenti:
beh, sempre meglio mettere da parte per il mese di non mai un buon numero di CD musicali, invece del solito "mattone" della letteratura russa...:D
mica bruscolini!
comunque mi ha fatto tenerezza che ci siano anche Amadou e Mariam che hanno fatto da colonna sonora ad una mia estate in Salento anni fa
Questo post mi consola alquanto: temevo di essere l'unico con arretrati di dimensioni bibliotecarie. Però hai trovato perfino il tempo di stilare l'elenco, impensabile per me....
hai la suocera che parla latino :)
Vedo che non ascoltiamo molte delle stesse cose.
Allora mi si è precisata una sensazione che avevo da tempo: ossia, che la musica non occupasse più, nella mia vita, il posto che occupava un tempo, quando ascoltavo in maniera quasi compulsiva.
Ma no. Forse avrai letto nel mio post di oggi che anch'io, da tempo, ascolto poca musica, ma questo non vuol dire che la musica sia meno importante. Parlo per me, ma suppongo anche per te: ascolto meno musica perché la musica me la porto sempre dentro: non ho quasi più bisogno di sentirla riprodotta…
marco, questo è ciò che DOVREI ascoltare. quel che ascolto, in effetti, è altro.
e per quanto riguarda la sensazione: no, è proprio la musica. ultimamente sono preso da altre cose (artistiche e non) e la musica non mi "parla" come faceva una volta. ma è un periodo: prima o poi passerà.
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