lunedì 12 settembre 2011

la capra bianchina (ovvero: buoni propositi per il nuovo anno scolastico)

La scuola fa il possibile per far odiare i libri ai ragazzi qualche volta, non diciamo sempre, esagerando il proprio carattere selettivo, giudicante: la scuola caserma, la scuola tribunale, dove quello che conta è il voto, la pagella, gli esami, dove quello che conta insomma è il riflesso scolastico e dove, finita la scuola, naturalmente, cessando di agire il riflesso scolastico, il libro perde totalmente importanza.
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Il libro è imposto, il libro ha autorità, diventa un verbo indiscutibile; ma [...] il libro è un personaggio vivo, discutibile, criticabile, anche rifiutabile se è da rifiutare.
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Per esempio, io conosco, perché ricevo un giornalino scolastico, intitolato "Insieme", che si compone e si stampa in una quarta classe di un paesino della Valle Padana a Vo' di Piadena in provincia di Cremona, proprio una frazioncina sperduta in mezzo alle nebbie della Valle Padana, conosco, perché ricevo questo giornalino, un episodio molto interessante che è questo: un giorno in classe il maestro legge un racconto di Daudet, che credo tutti conosciamo, quello della capra Bianchina che scappa sul monte e il lupo se la piglia. I ragazzi leggono questo racconto, aprono la discussione, be' certo bisogna aprire la discussione, anche nel merito, i ragazzi sono contenutisti. Noi li facciamo discutere sugli aggettivi e sui verbi, ma forse loro preferiscono discutere su altre cose. Per esempio in questo caso i ragazzi cominciano a dire: ma come, questa capra vuole la libertà e lo scrittore la castiga facendola finire mangiata dal lupo. Ma la cosa è a rovescio, la capra ha ragione, il suo padrone le porta via il latte, la tiene legata, non la porta a spasso in montagna. [...] Insomma questi ragazzi decidono di riscrivere la storia della capra del signor Seguin e la riscrivono a modo loro. La capra decide di scappare, scappa, si mette d'accordo con le altre capre e sconfigge il lupo quando il lupo si presenta. Storia utopistica perché appunto nella natura le capre non faranno mai questo ma è giusto che lo facciano nell'immaginazione di questi bambini, anche l'utopia ha un suo valore educativo. Se nessuno sognasse niente di meglio il mondo si fermerebbe dov'è non ci sarebbe più nessun cambiamento. [...]
Un bambino ha persino accostato l'azione della capra a quella degli italiani: "ma gli italiani - ha detto - quando erano sotto gli austriaci avevano pure il diritto di ribellarsi agli austriaci..." era un accostamento dettato anche da quello che aveva imparato a scuola, ma importante. Come si può tradurre questo in 7, in 6-, o in 8 o in 8+. E' un momento della vita, quel racconto è quello che ne è derivato. Allora il libro è un momento della vita in una scuola, in una casa, nella vita di un uomo o non è niente. Quando diventa voto, diventa pagella non è più niente.

Gianni Rodari, Libri d'oggi per ragazzi d'oggi

3 commenti:

amanda ha detto...

Buon anno scolastico Sergio, che i buoni libri e la buona poesia siano con te e con i tuoi ragazzi

Anonimo ha detto...

Ciao, Sergio. Quando ero bambino alle elementari mi facevano leggere le fiabe e le poesie di Gianni Rodari: allora non sapevo (né m'importava) chi fosse questo signore, però le sue storie in prosa o in versi mi piacevano tanto e un po' ancora me le ricordo...
Quest'uomo ha amato e capito meglio di tanti altri l'età meravigliosa e terribile dell'infanzia e le sue riflessioni, come dimostrano i brani che hai postato, sono ancora straordinariamente attuali. Vorrei che tanti sedicenti esperti, sociologi e politicanti dell'ultima ora le leggessero, ma forse non le capirebbero...
Grazie per la tua sensibilità. Ti seguo sempre con piacere.
Giancarlo

sergio pasquandrea ha detto...

grazie a te, giancarlo