Per molto tempo, il nomignolo di «Genius» ha avuto per me un valore del tutto astratto.
D’accordo, la fusione di generi, il blues il rhythm’n’blues il gospel. D’accordo, il padre del soul, e volendo anche del rock’n’roll. Cantante che spaziava dal crooning allo shouting, ottimo pianista con chiare radici stride, songwriter spesso folgorante. Però, «genius»?
Poi, un giorno, un amico ci propose un blindfold test e ci fece sentire un blues. Si intitolava Charlesville [...]
(...continua a leggere su Jazz nel pomeriggio)
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