venerdì 9 settembre 2011

entrare dalle nuvole


Secondo me non possiamo dire: il bambino è questo ed altro. Il bambino è molte cose, come ognuno di noi è molte cose. Nella giornata del bambino c'è posto per lo shake, e oggi per il disco, il bambino vuole il suo giradischi, i suoi dischi; c'è posto per questo e poi c'è posto anche per la fiaba come nella giornata del filosofo c'è posto per il libro giallo o nella giornata del letterato c'è posto per il film western. C'è posto per tante cose e c'è posto per la fiaba nella giornata del bambino; come evasione? Secondo me no. Ci sarà anche questo motivo ma ce ne sono molti altri. Il primo: la fiaba è un repertorio di destini umani (il buono, il cattivo, il prepotente; caratteri) una rappresentazione del mondo nello specchio della fantasia, specchio deformante, ma specchio. Noi riconosciamo la nostra faccia quando andiamo al luna park, nella galleria degli specchi deformanti, il bambino riconosce il mondo in quella galleria. la fiaba è un modo di entrare nella realtà dalla finestra, o dalle nuvole invece che dalla porta, ma è un modo legittimo [...]. La fiaba è lo strumento di un colloquio tra genitori e figli. Al bambino molto piccolo, è difficile far seguire un vero e proprio dialogo, di che cosa possiamo parlare con lui? Ci fa una domanda, gli rispondiamo, subito si è già distratto, ha altre cose per la mente, non possiamo fare una discussione seguendo la sintassi del dialogo, come potremmo seguirla noi [...]. Ma se la madre legge al bambino una fiaba, parla con lui, parla del mondo, parla dei buoni, parla dei cattivi, parla del mondo secondo divisioni semplici, secondo categorie molto molto generali, ma il bambino sa bene questo. Gli parla di lui stesso, gli parla del mondo dei grandi. E' un modo per discutere con lui anche se il bambino non interrompe e sta a sentire. Ma c'è qualcosa che corre fra madre e figlio quando la madre legge la fiaba che non è soltanto il testo della fiaba, è la voce della mamma, sono i riferimenti che il bambino scopre nelle parole alla vita famigliare a quello che del mondo ha già conosciuto.

Gianni Rodari, Libri d'oggi per ragazzi d'oggi (1967), Il Melangolo 2000

3 commenti:

amanda ha detto...

per motivi di lavoro mi è capitato spesso di filmare mamme che raccontano le fiabe ai loro bimbi, ci vedi già tutto del loro rapporto nelle immagini di quel racconto

se invece, ha detto...

se invece ti capita una mamma che non ti racconta non ti legge le favole..le nuvole diventano una via di fuga

amanda ha detto...

e i papà, le nonne e le zie dov'erano?