L'arte non è la Scienza. Nella Scienza merito e demerito sono frutto dell'ingegno o della sua carenza. Ci sono stati casi in cui scienziati non siano stati riconosciuti, giochi di potere, tensioni, interessi impazziti, è vero, ma chi inventa o scopre qualcosa di scientifico, prima o poi, viene a galleggiare.
Nell'Arte tutto è più arbitrario e relativo. Relativo a talmente tanti fattori che sarebbe ozioso almanaccarli.
Resta che il parere della critica oggi si è assestata come un tagliando qualità. un bollino per pollice verde. In realtà, sono sempre due le schiere di artisti e scrittori. O qualcuno è portato in groppa dalla critica; oppure è portato a spalla dalle vendite, rispecchiando sempre meglio il lato liberal della società letteraria. Uno scrittore senza critica favorevole, e senza pubblico è una merdaccia. Inutile menare il torrone all'aria. Purtroppo, non so cosa ne pensi Sergio, c'è poco da rallegrarsi visto che il pubblico può decretare Dan Brown (così come può decretare l'ottimo Houellebecq -ora fatto santo anche dalla critica, Goncourt vinto-) grande scrittore; così come sempre una critica può osannare Saviano o Aldo Nove o addirittura Stephen King come il nuovo Shakespeare (vedi Lipperini e i Wu Ming)...
Gli universali non ci sono. Da parte mia è meglio chi, pur non cercandolo, vende molto. La critica la odio, perché è critica e non studiosa. ciao
io credo che la critica abbia un senso se è un onesto e (soprattutto) umile tentativo di entrare nel mondo espressivo di un autore, per aiutare il lettore a trovare qualche chiave di lettura nuova e illuminante. credo poco nella critica militante, e per niente nella critica attuale, che mi sembra una squallida accozzaglia di conventicole: nel migliore dei casi, autoreferenziali; nel peggiore, al servizio di questo o quel potere politico/economico.
al di là di tutto, mi era piaciuto soprattutto il freddo e cinico sarcasmo di hitchcock.
Un altro estratto dalla mia tesi di laurea . Affronto un periodo cruciale, quello tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta. ...
disclaimer
Questo è un blog. Viene aggiornato senza alcuna periodicità (ogni settimana, o ogni giorno, o magari più volte al giorno), ad assoluto arbitrio del suo autore. L'autore non è iscritto all'ordine dei giornalisti e non viene retribuito per i contributi pubblicati. Si riserva di parlare di qualunque argomento ed è personalmente responsabile delle opinioni qui espresse. Questo blog non è una testata giornalistica, ai sensi della legge n. 62 del 7 marzo 2001. I materiali pubblicati sono di proprietà dell'autore, oppure di pubblico dominio. Se qualcuno ritiene di poter vantare diritti su di essi, è pregato di contattare l'autore. Buona lettura.
3 commenti:
L'arte non è la Scienza.
Nella Scienza merito e demerito sono frutto dell'ingegno o della sua carenza.
Ci sono stati casi in cui scienziati non siano stati riconosciuti, giochi di potere, tensioni, interessi impazziti, è vero, ma chi inventa o scopre qualcosa di scientifico, prima o poi, viene a galleggiare.
Nell'Arte tutto è più arbitrario e relativo. Relativo a talmente tanti fattori che sarebbe ozioso almanaccarli.
Resta che il parere della critica oggi si è assestata come un tagliando qualità. un bollino per pollice verde.
In realtà, sono sempre due le schiere di artisti e scrittori.
O qualcuno è portato in groppa dalla critica; oppure è portato a spalla dalle vendite, rispecchiando sempre meglio il lato liberal della società letteraria.
Uno scrittore senza critica favorevole, e senza pubblico è una merdaccia. Inutile menare il torrone all'aria.
Purtroppo, non so cosa ne pensi Sergio, c'è poco da rallegrarsi visto che il pubblico può decretare Dan Brown (così come può decretare l'ottimo Houellebecq -ora fatto santo anche dalla critica, Goncourt vinto-) grande scrittore; così come sempre una critica può osannare Saviano o Aldo Nove o addirittura Stephen King come il nuovo Shakespeare (vedi Lipperini e i Wu Ming)...
Gli universali non ci sono.
Da parte mia è meglio chi, pur non cercandolo, vende molto.
La critica la odio, perché è critica e non studiosa.
ciao
io credo che la critica abbia un senso se è un onesto e (soprattutto) umile tentativo di entrare nel mondo espressivo di un autore, per aiutare il lettore a trovare qualche chiave di lettura nuova e illuminante.
credo poco nella critica militante, e per niente nella critica attuale, che mi sembra una squallida accozzaglia di conventicole: nel migliore dei casi, autoreferenziali; nel peggiore, al servizio di questo o quel potere politico/economico.
al di là di tutto, mi era piaciuto soprattutto il freddo e cinico sarcasmo di hitchcock.
@sergio: pensa che me lo sono immaginato con la voce del doppiatore che diceva la frase e mi sono schiantata dal ridere :D
Posta un commento